roccolucio Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 E' il mio (spero) ultimo 'reportage' per quest'anno poi per qualche mese smetterò di proporvi e angosciarvi con argomenti così lunghi. Ma questa volta ci tengo davvero perchè per tanti anni ho sperato un giorno di poterne parlare con qualcuno con la mia stessa passione e ora che ho le foto a disposizione ho deciso di farlo. Onde evitare nuove tirate di orecchie da parte dei moderatori e evitare un allarmismo fuori luogo per colpa del titolo che la mia solita esagerata enfasi mi ha suggerito di mettere a questa discussione, chiariamo subito che il ragno che vi racconterò oggi NON può mordere un uomo per via dei cheliceri troppo piccoli di cui dispone. Quindi per noi mammiferi bipedi (per quello che ne so) NON E' ASSOLUTAMENTE PERICOLOSO. Sono tanti anni che lo osservo ma solo ora ho deciso di studiarlo più a fondo ... ricordo quando da ragazzino tornavo a casa con decine di sassolini incastonati nella ginocchia a causa della posizione che assumevo sul terreno osservandolo per ore. Un vostro parere sulle mie osservazioni (oltre che naturalmente all'identificazione) e sui miei tentativi di deduzione sarebbe graditissimo. E' un piccolo ragno terricolo, non ho mai visto adulti più lunghi di 2cm a zampe tese. Velocisimo sul suolo irregolare, sui piccoli ciottoli, sabbia o terra pressata mentre sembra totalmente incapace di arrampicarsi sulle superfici un pò più levigate. Luogo del ritrovamento: lungo gli argini asciutti di un fiume che sfocia sulla costa ionica pugliese. Abitudini notturne credo ... perchè difficilmente lo trovo di giorno e solo verso il tramonto che lo vedo correre velocissimo sul terreno meglio se libero da piante e grosse pietre. Non usa alcun tipo di ragnatela sia per cacciare che per spostarsi. Se stiamo in piedi difronte a lui e guardiamo in giù non riusciremmo a vedere altro che un piccolo puntino impazzito che si sposta a velocità terribile ... le zampe mulinano a tale ritmo da sparire al nostro sguardo. Diciamo che la sua velocita è di poco inferiore a 1 metro al secondo e mantenendo le proporzioni, se fosse stato grande quanto un cane ... è come se sfrecciasse a oltre 300km/h. I suoi salti sono corti e rarissimi. Correggetemi se sbaglio ... ma la maggiorparte dei ragni terricoli e in genere un pò tutte quelle specie che hanno grande forza fisica e grossi cheliceri, dispongono un veleno necrotizzante cioè che fa morire e sciogliere i tessuti della preda. Quindi un veleno che ha anche un utilità nella fase di ingestione del cibo. Sono i ragni che tessono le ragnatele che più spesso dispongono di un veleno di tipo neurotossico perchè dovendo aver velocemente la meglio su grosse prede che i loro piccoli cheliceri non riescono a tener ferme hanno bisogno quindi di un sistema che blocchi o indebolisca velocemente le reazioni neuro-muscolari delle prede che dibattendosi troppo potrebbero liberarsi dalla ragnatela con cui sono stati catturati. Ma il veleno di questo ragno secondo me è sicuramente di questo secondo tipo e parlandovi del modo in cui caccia forse riusciremo a dimostrarlo. La caratteristica che rende originale questo ragno è la sua esasperata specializzazione predatoria ... solo formiche ... anzi solo una specie di formiche ... anzi ancora ... solo una classe precisa di quella specie ... le formiche guardiane-soldato. Non ho visto mai un adulto attaccare una formica alata o una operaia. Probabilmente perchè queste ultime sono più veloci e imprevedibili rispetto ad una grossa guardia dalle grandi mandibole ma che in genere è molto goffa e lenta seppure molto forte e tenace (siete mai stati pinzati su un dito da quelle mandibole?). Quello che vedete qui sotto è il suo tipico scenario di caccia, ai margini dell'ingresso di un formicaio. Una foto descrittiva: la zona in giallo è quella in cui in genere viene sferrato il primo attacco, quella in rosso è dove di solito si completa la cattura mentre quella in viola rappresenta il posto dove la preda viene consumata. Le frecce indicano le prede più probabili ... le formiche soldato appunto. Il suo veleno ha un effetto immediato perchè dopo aver morso la vittima prescelta questa dopo meno di 8 secondi dal contatto (quindi il tempo di fare solo pochi passi) perde improvvisamente l'uso di una o due zampe dal lato destro o sinistro. Cosa succede a quel punto? ... la formica nervosa e aggressiva comincia a muoversi cercando di mordere l'assalitore che però è già lontano, ma con le zampe in quello stato riesce solo a girare in tondo. Il ragno lo sa che la sua vittima sta girando sempre lì ... in circolo sul punto dove gli è stato inferto il primo fulmineo morso ... quindi aspetta che la formica gli porga di nuovo le spalle sconfinando nella zona rossa quindi in un posto più lontano da altre formiche che allarmate potrebberò intervenire e disturbare la predazione. E' come una vipera che aspetta che il suo veleno faccia effetto prima di avvicinarsi ancora. Sono le formiche soldato le più ricercate perchè sono più battagliere e se attaccate reagiscono invece di tentare la fuga. Sinceramente non riesco a capire come il ragno in un batter di ciglia e alla cieca, riesca a : (1) identificare se la formica è quella giusta, un grosso soldato grande più del doppio di lui, (2) capire in che posizione sia girata la vittima sul piano. (3) avvicinarsi al peduncolo che collega l'addome al torace (4) mordere con precisione micrometrica per paralizzare solo 1 o 2 zampe di un solo lato (5) ... e un micro secondo dopo trovarsi già al sicuro a 5 cm dalla preda colpita Siete deccordo con me che quel veleno deve avere qualcosa di particolare? Purtroppo quello che avviene dopo segue le inesorabili eterni leggi della natura nella lotta tra prede e predatori. Ho scattato foto su tutta questa fase predatoria e sull'accoppiamento pag.2 e pag.3 di queste pagine web che gli ho dedicato. Interessante vedere come il ragno senza usare minimamente la ragnatela ha risolto il problema del trasporto della preda pesante molte volte il proprio peso e con 6 lunghe zampe che rischierebbero di agganciarsi continuamente alle sterpaglie mentre si attraversa faticosamente un territorio ostile brulicante di altre formiche già allarmate chimicamente. Le mandibole minacciose comunque non rappresentano alcun problema perchè il ragno in questione è dotato di uno scatto repentino che sfugge all'occhio umano e il solo contatto di pochi centesimi di secondo con la testa di una formica gli fa capire di trovarsi dal lato sbagliato e quindi si porta a distanza di sicurezza. Sono quasi certo che la caccia viene fatta al tatto, gli occhi se pur presenti sembrano essere inutili nella fase predatoria ... e poi è una specie notturna. Infatti solo quando una sua zampa tocca qualcosa si ottiene una reazione, di spavento, di attacco, di corteggiamento ect. Il secondo morso in genere viene inferto circa 30 secondi dopo il primo. Un morso altrettanto fulmineo e solo un attrezzatura video professionale ad alta velocità ci permetterebbe di vederlo. L'insetto tenta di rimettersi in piedi ma il ragno ora può fare tutto con più calma altri 2 o 3 morsi dati stavolta senza fretta tra addome e torace e pochi secondi dopo la formica smette di muoversi. Neanche il veleno della Latrodectus italiana riesce a fare così in fretta. A questo punto la formica viene velocemente schienata e il ragno si mette a cavalcioni sopra di essa alternando le 6 zampe della preda con le sue 8. I minuscoli cheliceri fanno presa sotto il collo della formica e in questo modo il ragno si porta via il suo prossimo pasto. Le zampe del grosso soldato in questo modo puntano verso l'alto e non ostacolano il movimento strusciando sul suolo ... ingegnoso no? ...CIAO Link to comment Share on other sites More sharing options...
migdan Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Si tratta di Zodarion sp., famiglia Zodariidae. La checklist riferisce che in Italia sono presenti le seguenti specie: Family Zodariidae Zodarion Walckenaer, 1825 Zodarion algericum (Lucas, 1846) (Si) Zodarion confusum Denis, 1935 (N) [E] Zodarion denisi di Caporiacco, 1940 (N) [E] Zodarion elegans (Simon, 1873) (N, S, Si, Sa) Zodarion gallicum (Simon, 1873) (N, S) Zodarion hamatum Wiehle, 1964 (N) Zodarion italicum (Canestrini, 1868) (N, S) Zodarion ludibundum Simon, 1814 (S) Zodarion maculatum (Simon, 1870) (Si) Zodarion neapolitanum Denis, 1935 (S) [E] Zodarion nigriceps (Simon, 1873) (Sa) Zodarion nitidum (Savigny & Audoin, 1825) (S) Zodarion obscurum Denis, 1935 (S) [E] Zodarion pusio Simon, 1914 (N, S) Zodarion rubidum Simon, 1914 (N) Zodarion ruffoi di Caporiacco, 1953 (S) [E] Zodarion sabbadinii Pesarini, 1993 (Si) [E] Zodarion vicinum Denis, 1935 (S) [E] Qui ti linko un articolo di due anni fa di Journal of Arachnology, che tratta la biologia di una specie congenerica distribuita in America: http://www.americanarachnology.org/JoA_fre...c-30-03-618.pdf Se percorrendo a ritroso la bibliografia di riferimento dovessi trovare qualche lavoro interessante segnalamelo pure in privato, che probabilmente posso trovartelo. L'offerta vale per tutti, ovviamente! P.S. E io spero vivamente che questo NON sia l'ultimo tuo reportage di quest'anno, roccolucio! P.P.S. Dal punto di vista tossicologico non ho trovato alcuna notizia riguardo a questo genere, riproverò a cercare domattina dall'università. Link to comment Share on other sites More sharing options...
roccolucio Posted September 3, 2004 Author Report Share Posted September 3, 2004 grazie Daniele, ho fatto qualche ricerca (finora solo pohe foto) e naturalmete ci hai azzeccato ... è lui ... eppure in passato avevo cercato immagini di Zodarion ma forse avevo trovato foto sbagliate o mal abbinate (mi ricordo che mi mostravano un salticidia con fattezze da formica quindi completamente diverso da questo qui) ... che mi avevano messo fuori strada e poi ci avevo rinunciato ... ora tradurrò e leggerò quello che mi hai segnalato per sapere se davvero questo veleno ha qualcosa di particolare ...CIAO Link to comment Share on other sites More sharing options...
migdan Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Traggo da Brignoli, "I ragni mirmecomorfi", Istituto Lombardo (Rend. Sc.) B 100 63-91 (1966): "Zodarion Walck. 1847: questo genere non imita molto bene le formiche nella forma, a dire del Pavesi (1875), che riferisce le osservazioni fatte dal Simon su Enyo (ora Zodarion) elegans; quest'ultimo trovò 150 individui di questa specie che, nei pressi di un formicaio di Atta cephalotes, attaccavano le formiche. Il Simon (1873, pag. 58) dice di questa specie <<elle vit en parasite avec l'Atta cephalotes et aussi, mais accidentellement avec une Formica (indéterm.) dont les pattes postérieures sont très longues, tandis que Enyo nigricans vit sortout avec cette dernière>>. Lo Hingston ha visto a Baghdad una specie di Zodarion che viveva vicino all'ingresso di un nido di Messor barbarus e che, quando ne aveva occasione, aggrediva le formiche (pag. 850): <<the peculiar thing is that the ants are aware of this dangerous associate yet permit it to remain amongst them. They clearly regard it as an enemy. Single workers repeatedly rush at it, but they never make a combinate attack. They will fall on the spider if they find helpless, but otherwise they submit to its presence. Yet harvesters ar not lacking in offensive powers, for they frequently combine out other intruders>>". Link to comment Share on other sites More sharing options...
i-lang Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Ne avevamo già parlato col Maestro, se ricordo bene , in un thread dedicato ai Salticidae mirmecomorfi...e Roccolucio già li raccontò, in parte almeno, la sua esperienza con lo Zodarion spp (fam.Zodariidae). Rimango sempre affascinato dalla liricità dei racconti di Roccolucio...lirico e scientifico allo stesso tempo, in una parola , appassionato. Ciao! Link to comment Share on other sites More sharing options...
roccolucio Posted September 3, 2004 Author Report Share Posted September 3, 2004 esatto ... mooolto appassionato ... non posso pretendere di più ... avrei voluto studiare sul serio ma poi non mi è stato possibile farlo a livello univeristario ... mannaggia però sono ancora troppo lirico ... cercherò di migliorare. Si ... fu in quell'occasione che accennava i-lang che feci qualche ricerca senza successo per l'identificazione ... questa volta mi è andata meglio ...CIAO Link to comment Share on other sites More sharing options...
Diana Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Roccolucio, è dai tempi del "ragnonero" che sono una tua fan sfegatata, e post del genere non fanno che riconfermare la grandissima ammirazione... e invidia... che nutro nei tuoi confronti. Invidia per il tuo eccezionale colpo d'occhio, per il tuo intuito, per la tua passione, insomma per tutto! E' sempre un grandissimo piacere leggerti... complimenti!!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
davdand Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Bravo Roccolucio. La tua capacita di osservazione e lo stile chiaro e semplice del narrativo mi rammentono del grande J.H.Fabre. Spero che continui a regalarci altri racconti come questi. Ciao David Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kaiser Scorpion Posted September 3, 2004 Report Share Posted September 3, 2004 Mi accodo ai complimenti. Mi sono gustato tutta la lettura e il reportage... Tanto di cappello! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Matteus Posted September 4, 2004 Report Share Posted September 4, 2004 Bellissime e precisissime e interessantissime osservazioni, come sempre... complimenti! Link to comment Share on other sites More sharing options...
manenz Posted September 4, 2004 Report Share Posted September 4, 2004 Complimenti per il tuo lavoro!! Come sempre mostri un'ottimo spirito di osservazione e un'altrettanto buona precisione!! Ciao Link to comment Share on other sites More sharing options...
PiErGy Posted September 4, 2004 Report Share Posted September 4, 2004 Lavoro completo, ricco e davvero ben fatto. Zodarion sp. non ha più segreti per te! ( a parte il veleno...) Link to comment Share on other sites More sharing options...
roccolucio Posted September 7, 2004 Author Report Share Posted September 7, 2004 ringraziando anche i-lang,davland,Diana,Matteus,KaiserScorpion,manenz,PiErGy (evviva ho anch'io una fan! ) aggiungerei che ... su segnalazione di migdan ho letto l'articolo in inglese su uno studio relativo alla specie Zodarion rubidum del nordamerica ... trovandolo molto interessante. Ho appreso come viene fatto uno studio comportamentale in laboratorio, con un sostanzioso impiego di meteriali: luci speciali con il timer per simulare giorno-notte, cronometri per valutare i tempi di reazione in particolari situazioni, filtri a infrarossi per osservazioni notturne ma sopratutto l'immensa pazienza e tempo degli analizzatori umani. Quindi esiste davvero gente retribuita per fare queste cose che invece farei pagando di tasca mia :) Purtroppo la specie studiata è un pò diversa da quella che ho seguito io, quindi qualche differenza c'è. Nell'articolo i ragni costruiscono dei ripari di seta in cui si rifugiano durante il giorno e gli adulti non superano i 3mm di lunghezza del corpo, mentre la specie pugliese che conosco, di giorno si nasconde semplicemnte dove capita e le femmina adulte superano anche i 5mm di lunghezza corpo quindi quasi il doppio. Anche i tempi di reazione del veleno sono un pò più lenti forse perchè ne viene inoculato in quantità inferiore. Ho letto che alcuni studiosi fino al 1976 affermavano che il ragno fosse in grado di sottomettere una preda semplicemnte toccandola con un organo particolare presente nelle zampe anteriori. Invece questi successivi studi hanno dimostrato che il ragno deve sempre mordere la sua preda per riuscire a paralizzarla (elementare no?). La velocità con cui avviene questa operazione aveva indotto gli scienziati interessati in precedenza a questo errore di valutazione. Ho scoperto però che nella maggiorparte dei casi il primo morso (in genere quello più rapido e impossibile da vedere) viene inferto su una delle zampe posteriori che in pochi secondi si immobilizzano. Quindi non come pensavo sul peduncolo che collega il torace con l'addome. Si chiarisce così il perchè il ragno riesca ad immobilizzare un arto specifico in modo tale da costringre poi la formica colpita a girare in circolo. Questo però fa capire come sia ancora più preciso e chirugico l'attacco del ragno che in pochi centesimi di secondo prima che la formica-soldato si volti per stritolarlo, deve individuare una giuntura sulla zampa in cui inoculare il suo veleno dal momento che altri punti della zampa sono più duri e difficili da forare con i cheliceri. La specie di formica americana che subisce questi attacchi è però più intelligente e molto spesso riesce a staccarsi l'arto 'avvelenato' (autotomia) prima che il veleno entri in circolo anche nel corpo ... questo invece in tanti anni, non l'ho mai visto fare. Per il resto però nessuna informazione su particolari caratteristiche di questo veleno fulminante probabilmente nessun studio tossicologicoè stato mai fatto a riguardo dopotutto il ragno è troppo piccolo e non suscita paure o interessi 'umani'...CIAO Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kaiser Scorpion Posted September 7, 2004 Report Share Posted September 7, 2004 Grazie per le informazioni. Mi convince la possibilità che il morso venga inferto direttamente sugli arti. Bravo! Link to comment Share on other sites More sharing options...
hyles Posted September 7, 2004 Report Share Posted September 7, 2004 Complimenti per le interessantissime e ben fatte osservazioni, ti invidio proprio, anche a me piacerebbe riuscere a dedicare tempo alle osservazioni in natura, purtroppo spesso non ho tempo neanche per finire gli impegni che ho già. Per quanto riguarda il veleno, secondo me non è tanto importante la sua tossicità, quanto il fatto che sia altamente specializzato. Infatti un animale che ha evoluto un comportamento così peculiare e abitudini alimentari estreme, legate ad una o poche specie di formiche, deve aver evoluto una tossina fortemente attiva sulle prede per le quali è specializzato. Quando si trova una nicchia bisogna adattarcisi bene. Ciao Diego Link to comment Share on other sites More sharing options...
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