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Sono troppo emozionato, da tempo sognavo di incontrare un ragno così.

Per adesso ve lo descrivo, domani metterò anche le foto.

Allora il ragno è stato trovato sotto una grossa pietra,

è lungo circa tre centimetri in legspan e 1,5 centimetri in bodylenght,

la livrea è uniformemente grigio- marrone,

le zampe sono robuste e non terminano a punta (l'ultimo segmento è grosso quasi quanto il primo)

i pedipalpi anch'essi robusti e lunghi

i cheliceri pare siano protesi più in avanti che verso sotto,

il corpo ad occhio nudo sembra glabro (sottolineo sembra) mentre le zampe sono vellutate perchè probabilmente ricoperte da una fitta peluria.

Gli occhi sono piccolissimi e ricordano per dimensioni quelli di una Dysdera.

Riesce a salire sul vetro.

A me sembra uno di quei ragnoni esotici in miniatura.

Adesso basta non voglio sbilanciarmi, lascio il compito a voi.

CIAO :rolleyes:

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Sui Migalomorfi lascio la parola agli esperti... tornando agli Araneomorfi prova a vedere se è uno Gnaphosidae, ci sono molti generi di quelle dimensioni che corrispondono alla tua descrizione. Difficile dire di più con gli elementi a disposizione.

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Nicola, complimenti! Da quel che si vede della fovea penserei a Nemesia anch'io... considerata la stagione pensate sia possibile correlare quell'opistosoma così gonfio a una deposizione imminente?

 

P.S. Stavolta l'esemplare è femmina e presumibilmente ti potrebbe durare anche parecchio (cosa che ti auguro). Poi, mi raccomando, subito in alcool! ;)

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No, la deposizione no ;)

Che sfortuna! Mi è già capitato tante altre volte.

Se dovesse essere in stato interessante, bisognerebbe approntare qualche struttura dove il ragno deponga le uova e questo io non lo so fare a meno che non funziona come per la Dysdera.

In ogni caso non avete ancora risposto alla domanda di sopra. La ripropongo:

i migalomorfi con quali famiglie sono presenti in Italia?

E se questo ragno fosse una Nemesia è uno Ctenizidae no?

Che significa: "ti dovrebbe durare parecchio"? Significa che continuerebbe vivere ancora dopo la deposizione? E per quanto?

Questi ragni hanno particolari esigenze?

Scusate questa raffica di domande ma questo non lo voglio far morire.

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bravo Nicola, la tua pazienza e costanza nella ricerca è stata premiata.

Purtroppo non so rispondere alle tue domande ... oltre ad un breve incontro con

un probabile maschio di Ctenizidae, non ho avuto altri contatti con migalomorfi

italiani ... vedrai che qualcuno qualche consiglio te lo da su come gestire la

probabile deposizione di uova e su come allestire un terrario essenziale ...CIAO

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Si tratta di una Nemesia spp.....i migalomorfi in Italia appartengono ai generi Nemesia, Cteniza, Atypus (trapdoor spiders) delle famiglie Ctenizida ed Atypidae,poi c'è presente la famiglia Theraposidae con il genere Ischnochlus.

Una femmina vive molti anni .

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Grazie Roccolucio, effettivamente questa cattura è stata frutto di perseveranza e

anche fortuna.

Dopo aver rivoltato una ventina di pietre con esito nullo (a parte il solito Calcide ocellato) ero già in macchina e continuavo a ripetermi: "questa non è una buona zona per i ragni". Proprio quando la mulattiera stava per finire vedo ai bordi una pietra. Mi fermo e dico al mio amico: "non ti arrabbiare, ti prometto che questa è l'ultima . . ."

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Per essere più precisi Nemesia non è più sotto Ctenizidae, ma è stata spostata nella famiglia Nemesiidae. Questa è la checklist dei Migalomorfi italiani aggiornata alla nuova classificazione:

 

Famiglia Atypidae

 

Atypus Latreille, 1804

 

Atypus affinis Eichwald, 1830 (N, S)

Atypus muralis Bertkau, 1890 (N)

Atypus piceus (Sulzer, 1776) (N)

 

 

Famiglia Ctenizidae

 

Cteniza Latreille, 1829

 

Cteniza brevidens Doleschall, 1871 (Si, Sa) [E]

Cteniza moggridgei Pickard-Cambridge, 1874 (N)

Cteniza sauvagesi (Rossi, 1788) (N, S, Si)

 

 

Famiglia Cyrtaucheniidae

 

Cyrtauchenius Simon, 1892

 

Cyrtauchenius doleschalli (Ausserer, 1871) (S, Si)

Cyrtauchenius obscurum (Ausserer, 1871) (Si) [E]

Cyrtauchenius walckenaeri (Lucas, 1846) (S, Si)

 

 

Famiglia Nemesiidae

 

Nemesia Savigny, 1825

 

Nemesia africana (C.L. Koch, 1839) (Sa)

Nemesia caementaria (Latreille, 1798) (N, S, Si, Sa)

Nemesia carminans (Latreille, 1818) (S)

Nemesia cellicola Savigny, 1825 (S, Sa)

Nemesia eleanora Pickard-Cambridge, 1873 (N)

Nemesia fertoni Simon, 1914 (Sa)

Nemesia ilvae Di Caporiacco, 1950 (S) [E]

Nemesia kahmanni Kraus, 1955 (Sa) [E]

Nemesia macrocephala Ausserer, 1871 (Si)

Nemesia manderstjernae (L. Koch, 1871) (N, Sa)

Nemesia meridionalis (O. Costa, 1838) (S, Si)

Nemesia pavani Dresco, 1978 (S) [E]

Nemesia sanzoi Fage, 1917 (Si) [E]

Nemesia transalpina (Doleschall, 1871) (?)

Nemesia simoni Pickard-Cambridge, 1874 (S)

 

 

Famiglia Theraphosidae

 

Ischnocolus Ausserer, 1871

 

Ischnocolus triangulifer Doleschall, 1871 (Si) [E]

 

 

Il problema dei Migalomorfi sud-europei è che sono molto poco studiati: la scuola aracnologica largamente più sviluppata è quella nord-europea e britannica, della quale possiamo sfruttare a pieno gli studi sull'aracnofauna endemica in quanto largamente coincidente con la nostra. Il discorso vale però soltanto per gli Araneomorfi: pensate che sul prezioso "Spiders of Britain and Northern Europe" di M.J. Roberts è trattato solo Atypus. Gli specialisti nord-europei e britannici di Migalomorfi, dovendosi dedicare allo studio di specie per loro comunque esotiche, hanno viceversa rivolto le loro attenzioni alla fauna tropicale (per la gioia di FabioDV! ;) ), obiettivamente più variegata e interessante.

La lista che ho citato è sicuramente inattendibile, piena di "species inquirendae" e basata per molte delle descrizioni su una singola pubblicazione datata più di un secolo. Bisonegnerebbe proprio metterci le mani, recuperando gli oloitipi dai vari musei e integrandola con le nostre segnalazioni. Per cui, ribadisco, lunga vita al ragnetto, ma pronto con l'alcool!

 

P.S. Se il tuo esemplare dovesse veramente essere una femmina gravida, ti aspetta un compito infausto, gli spiderlings di Nemesia sono drammaticamente piccoli e delicati, temo che ti occorrerebbero i Collemboli per nutrirli.

 

P.P.S. Per quanto riguarda l'allevamento in cattività dei "trapdoor spiders" non ho alcuna esperienza, ma non credo siano particolarmente esigenti. Dovresti fornire uno strato di terriccio abbastanza spesso (direi almeno una decina di centimetri) per permettere al Ragno di tessere il suo cilindro verticale di tela, magari guarnendo con qualche sasso piatto e/o corteccia di sughero, dopo di che vedrai soltanto i cheliceri per qualche frazione di secondo quando lo nutrirai. Per quanto riguarda l'umidità, basati sull'ossrvazione dell'ambiente dal quale lo hai prelevato, ma non credo che richieda valori altissimi di questo parametro.

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Mi sembra che i cheliceri siano troppo piccoli, per Atypus. Ad ogni buon conto, Nicola può toglierci questo dubbio. In Atypus sternum e labium sono fusi, nei trapdoor spiders (da noi rappresentati dalle famiglie Ctenizidae, Nemesiidae e Cyrtaucheniidae) è presente un labium separato dallo sternum:

 

confatnem.JPG

 

Inoltre gli Atypidae presentano sei filiere, i trapdoor da due a quattro.

In sintesi, se Nicola riesce a guardare il Ragno "di pancia" non gli sarà difficile superare questro primo bivio.

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