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Carso Triestino e L. tredecimguttatus


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Salve a tutti, stavo leggendo cos'è scritto su Wikipedia circa Latrodectus tredecimguttatus e sono rimasto colpito da una riga di testo, ove si ritiene possibile che si sia spinto fino al Carso Triestino. Sapete per caso da cosa dipende questa teoria o se ci sono casi riportati di avvistamento in quella zona?

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18 minuti fa, elleelle ha scritto:

Ce lo avranno portato Carlo o Enrico per fare uno scherzo ........😁

E' una maniera velata per dire che è 'na fesseria? 😁

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Non lo so. Loro che ci vivono non l'hanno mai trovato.

Comunque è possibile che certe specie sopravvivano in particolari sacche con microclima adatto.

Per esempio, Lycosa tarantula si trova normalmente verso i 1000 metri di quota, ma nel parco di S. Rossore è presente poco sopra il livello del mare.

 

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  • 3 settimane dopo...

Mai trovato Latrodectus in carso, ma è stato rinvenuto in Istria. E' possibile che Trieste sia al limite dell'areale di distribuzione e che quindi magari in passato sia riuscito a spingersi occasionalmente fino al carso nei pressi di Trieste

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Inoltre aggiungo che in museo sono presenti campioni storici, risalenti agli anni 50 del 900 e prima, che lo indicano presente anche sul carso triestino. Nonostante ciò ad oggi nessuno l'ha più incontrato.

Probabilmente i cambiamenti che hanno interessato il carso negli ultimi 100 anni hanno avuto influenza sulla sua presenza. 

La tipica landa carsica di per se, brulla, assolata, piena di pietre e con vegetazione bassa che in estate risulta secca è sicuramente un ambiente idoneo alla specie. Questo particolare biotipo però è stato mutato da consistenti rimboschimenti avvenuti sia sotto gli austriaci e sia sotto il regno d'italia, dal 1850 ai primi del 900. Il motivo? Mitigare la bora che periodicamente spazza la città e avere legname da utilizzare. I vari esperimenti ottocenteschi individuarono il pino nero come albero ad alto fusto più idoneo e così la piantumazione ebbe il via a ritmi notevoli. Un'opera grandiosa di per se.  Pensate che nell'esposizione mondiale di parigi del 1900 tale opera fu addirittura premiata per la sua grandiosità ed efficacia.

Gli alberi piantati però non furono sfruttati come previsto per il legname e quindi, gradualmente, gli ettari imboschiti aumentarono e stanno ancora aumentando. Dalle propaggini della zona boschiva piante pioniere infittiscono la landa, la rendono meno secca e qui vi crescono cespugli. All'ombra di questi germogliano nuove piante ad alto fusto e il processo continua. Tutto ciò ha fatto si che negli ultimi 150 anni sono stati tantissimi gli ettari di landa andati perduti oltre a quelli convertiti a pascolo intenso o a coltura con setacciatura delle numerosissime pietre (è comunque camminando per il carso vedere terreni, delimitati da muretti in pietra, con cumuli grandissimi di pietre estratte dal terreno per renderlo fruibile)

Non ci sono prove certe ma tutto questo potrebbe essere il motivo per cui a metà 900 Latrodectus fosse ancora presente qui a Trieste ed oggi invece non si trova più.

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Per inciso, i muretti in pietre non murate fatti con quelle estratte dal campo sono uno degli ambienti preferiti da Latrodectus, insieme ai mucchi di pietre che si trovano spesso in mezzo ai pascoli o intorno ad un albero. 

D'altro canto, il Carso e l'Istria hanno un'esposizione e un microclima abbastanza simili alla Liguria.

La differenza, per il Carso, probabilmente, la fa la Bora.

Per la mia esperienza Latrodectus preferisce le aree riparate dai venti freddi.

 

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