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Dyskinetic syndrome


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Buongiorno,

 

Chiedo scusa se come utente passo lunghi mesi senza farmi sentire, anche se sono iscritto dal 2003 circa.

Ho cercato sul forum, ma non ho trovato nulla di questa sindrome che colpisce le migali. Ho visto dei video veramente agghiaccianti, mi è venuto da piangere. Ho avuto solo due ragni (una grammostola rosea, ancora viva, e una Brachypelma Smithy morta 3 anni fa) e quindi non avevo mai saputo di questa cosa.

Qualche luminare del forum ne sa qualcosa di più? In rete, oltre a trovare solo roba in inglese o tedesco, non se ne parla nemmeno troppo nè molto approfonditamente (ma magari non ho cercato io bene).

Qualcuno ne ha esperienza? Ha avuto qualche migale con un problema simile? Ho notato che non ci sono video riguardo a questa sindrome sulle Brachypelma, vuol dire che colpisce alcune specie più facilmente di altre?

I sintomi iniziali di questa malattia delle migali mi ha ricordato una malattia degenerativa umana, ovvero l'Atassia di Fredrick, che inibisce la coordinazione motoria creando problemi sempre più gravi alla deambulazione e alla coordinazione dei movimenti in generale.

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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

Non ho mai approfondito la cosa ne ho mai avuto animali con problemi simili. Sinceramente mi sembra molto difficile poter dire qualcosa di sensato senza studi, portati avanti in maniera scientifica, su una qualsiasi problematica del genere. Cosa la provoca? Su quali organi o sistemi fa leva? E' dovuta a tare genetiche o a parassitosi varie (prima veniva considerata effetto di parassitosi da nematodi)? Ad alimentazione scorretta?...insomma le domande son molte e avere certezze secondo me non è facile.

 

Come dicevo non mi sono mai informato piu di tanto, se qualcuno ha lavori scientifici in merito li posti :4fuu9h1:

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Creando problemi alla coordinazione e alla deambulazione (almeno per quel che si vede in esterno) in maniera degenerativa, suggerirebbe che possa essere qualcosa che attacca il sistema nervoso. Tenendo per buono ciò, si potrebbe già fare una prima scrematura delle cause.

Sicuramente interessante sarebbe l'esperienza di un allevatore, che magari è incappato in qualche esemplare con questo problema, perchè anche li si potrebbero già eliminare dei fattori. Se ad esempio tutti gli esemplari sono ugualmente curati, con il cibo preso dalla stessa fonte, e tenuti tutti nello stesso ambiente, se prende solo uno o due animali allora già si possono eliminare il fattore ambientale e quello di manutenzione, semprechè non sia una sindrome che colpisce solo determinate specie magari più deboli. Poi, è contagiosa? Anche in questo caso si possono trarre altre conclusioni. Se ad esempio è contagiosa allora si potrebbe escludere l'origine genetica.

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Secondo me conclusioni non se ne possono trarre.

 

La sperimentazione necessaria per arrivare a conclusioni, e il carattere saltuario e imprevedibile che ha questa patologia, unito all'assenza di centri specializzati in cui esemplari con queste problematiche possano essere fatti confluire per gli studi necessari, senza poter spesso valutare oggettivamente se le condizioni di vita degli esemplari son state le stesse e senza poter osservare casi in natura, rendono il tutto molto aleatorio. Per altri animali, compreso l'uomo, si possono studiare e capire patologie perche i casi vengono vagliati e analizzati da veterinari e medici che poi documentano le loro esperienze e i loro test multi-paziente. Cosi facendo, con il tempo, anni, si accumula un know-how che porta a fare conclusioni e prevedere prevenzione e cure. Difficile poter fare la stessa cosa con le migali. Assimilare poi queste patologie, che si verificano negli artropodi, ad altre conosciute per i vertebrati è un po azzardato a mio parere vista la notevole differenza biologica tra questi animali.

 

Insomma, secondo me, ha senso parlarne solo di fronte a documentazioni serie sulla sindrome in oggetto in modo che si possano accavallare osservazioni e sperimentazioni. Tutto il resto son chiacchiere, interessanti solo per far conoscere la problematica a chi si occupa di migali e non certo per arrivare a conclusioni.

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Insomma, secondo me, ha senso parlarne solo di fronte a documentazioni serie sulla sindrome in oggetto in modo che si possano accavallare osservazioni e sperimentazioni. Tutto il resto son chiacchiere, interessanti solo per far conoscere la problematica a chi si occupa di migali e non certo per arrivare a conclusioni.

Partendo da questo SACROSANTO presupposto, aggiungo una chiacchera :D : da quel che si sente in giro, o che almeno io ho sentito in giro, pare che tale "sindrome" sia dovuta o, meglio, sia collegabile ad un forte stato di disidratazione.

:mah:

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Tutto può essere. Ho visto dei video in cui gli esemplari però non mostrano segni di disidratazione, presentando addome turgido e gonfio. C'è da dire che ho visto anche video titolati con "dyskinetic syndrome" ma che mostrano sintomi spesso molto diversi tra loro.

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Vedendoli così senza sapere nulla della malattia avrei scommesso che si trattava di intossicazione da pesticidi!

Ma quanta strada devo fare ancora? :054:

Evvai, un altro pensiero in più per la salute dei pargoli!

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Sempre in base a quanto ho sentito riportare, la causa sarebbe una forta disidratazione, anche se non necessariamente contestuale alla manifestazione dei sintomi. Il ragno può anche essersi reidratato o aver recuperato dallo stato di forte debilitazione, ma se il danno è fatto, è fatto.

 

Per Gamberone: intossicazioni da pesticidi in terrario è assai difficile.

Potrà essere capitato a qualche sfortunato esemplare nutrito con insetti di cattura e, sfortuna delle sfortune, pesantemente intossicati anch'essi, ma capisci bene che sia ipotesi di assai scarsa realizzazione

:4fuu9h1:

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Secondo me conclusioni non se ne possono trarre.

 

La sperimentazione necessaria per arrivare a conclusioni, e il carattere saltuario e imprevedibile che ha questa patologia, unito all'assenza di centri specializzati in cui esemplari con queste problematiche possano essere fatti confluire per gli studi necessari, senza poter spesso valutare oggettivamente se le condizioni di vita degli esemplari son state le stesse e senza poter osservare casi in natura, rendono il tutto molto aleatorio. Per altri animali, compreso l'uomo, si possono studiare e capire patologie perche i casi vengono vagliati e analizzati da veterinari e medici che poi documentano le loro esperienze e i loro test multi-paziente. Cosi facendo, con il tempo, anni, si accumula un know-how che porta a fare conclusioni e prevedere prevenzione e cure. Difficile poter fare la stessa cosa con le migali. Assimilare poi queste patologie, che si verificano negli artropodi, ad altre conosciute per i vertebrati è un po azzardato a mio parere vista la notevole differenza biologica tra questi animali.

 

Insomma, secondo me, ha senso parlarne solo di fronte a documentazioni serie sulla sindrome in oggetto in modo che si possano accavallare osservazioni e sperimentazioni. Tutto il resto son chiacchiere, interessanti solo per far conoscere la problematica a chi si occupa di migali e non certo per arrivare a conclusioni.

Chiaro, infatti non tiravo nessuna conclusione, cercavo solo di stimolare una discussione, visto che in rete, come detto, o è tutto straniero o cmq se ne parla poco.

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Tutto può essere. Ho visto dei video in cui gli esemplari però non mostrano segni di disidratazione, presentando addome turgido e gonfio. C'è da dire che ho visto anche video titolati con "dyskinetic syndrome" ma che mostrano sintomi spesso molto diversi tra loro.

Dato che ho letto che molti hanno usato il metodo dell'apertura dell'acqua calda in bagno per ottenere miglioramenti, la cosa ha anche un senso. Non si sa fino a dove però ovviamente.

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L'idratazione non dipende solamente dalle condizioni ambientali. Se un ragno non ha possibilità di accesso all'acqua, ovvero non riesce a bere o a ingerire liquidi dalle prede, si disidrata. Casi di forte disidratazione e malnutrizione si evidenziano con addome smunto, rattrappito, segno che i liquidi corporei sono al lumicino. Se si apre l'acqua calda in bagno (!) ma non si mette a disposizione del ragno acqua da bere, lo stato di disidratazione dell'animale rimane lo stesso. Ho avuto tempo fa una Brachypelma smithi, ritirata ad un ragazzo che non la seguiva affatto, incredibilmente disidratata e malnutrita. Per rimetterla in sesto sono state necessarie alcune settimane in cui lei beveva molto avidamente dalla ciotola d'acqua che le fornivo. Con il tempo l'addome ha ripreso la forma rotondeggiante canonica e tutto è tornato a regime. Non ho visto sintomi simili alla "dyskinetic syndrome" e non so quanto avrei potuto idratarla aprendo soltanto l'acqua in bagno.

 

Appena ho tempo farò un giro sui forum stranieri per leggere cosa si dice...

 

Daniele, fai attenzione alle abbreviazioni stile sms, da noi vietate, e alla corretta scrittura dei nomi scientifici. Leggi qui.

 

http://forum.aracnof...showtopic=13633

 

http://forum.aracnof...showtopic=11701

 

Grazie :4fuu9h1:

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Vedo solo ora questa discussione!

Devo assolutamente aggiungere la mia esperienza personale e condividere le mie osservazioni :(

 

Il mio magnifico e molto amato esemplare di Poecilotheria ornata (2003-2009) purtroppo è deceduto dopo avere per lunghi mesi sofferto di problemi di deambulazione e coordinazione. Negli ultimi tempi le capacità motorie del ragno erano degenerate a tal punto che dovevo alimentarla ponendo con pinze lunghe la preda proprio sotto i suoi cheliceri, e idratarla nebulizzandole praticamente quasi addosso. Ho anche offerto (pinze lunghe) batuffoli di cotone impregnati di rosso d'uovo e grasso di pancetta liquido.

Grazie a queste cure, il ragno fino alla fine della sua vita ha mantenuto un aspetto abbastanza "sano" e un addome, anche se ridotto come dimensioni, sempre sufficientemente turgido.

Le abilità motorie del ragno hanno continuato a degenerare progressivamente; dai primi sintomi alla sua morte sono passati circa 6 mesi. Nei suoi ultimi giorni, la Poecilotheria non riusciva più nemmeno a stare aggrappata al ramo, a causa di spasmi incontrollati finiva per cadere sul terreno. Il ragno è infatti morto sul terreno.

 

Il giorno stesso della sua morte, mi sono recata presso una locale associazione di recupero animali per analizzare il contenuto dell'addome del mio ragno con il microscopio usato per le analisi veterinarie. Subito dopo aver effettuato la prima incisione longitudinale, la situazione era chiara anche a occhio nudo: infestazione da nematodi.

Il ragno era morto, ma i vermi bianchi erano vivissimi e alquanto mobili.

 

Il ragno era stato alimentato usando anche grilli e cavallette catturati in natura, probabile fonte dell'infestazione. Nessuno dei miei altri ragni è stato contagiato.

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Anch'io ho avuto un caso che forse è riconducibile alla sindrome della mucca pazza del ragno pazzo.

E' successo 2 anni fa ad un maschio di Hogna radiata prelevato da poco in natura che avevo provato a far accoppiare senza successo con una femmina. Lei, probabilmente, si era già accoppiata; lo rispettava e non cercava di predarlo, ma si allontanava in giro per il terrario seguita da lui; al che lo tolsi e lo rimisi nel terrario suo.

Il maschio stava benissimo all'inizio, tanto che aveva mangiato completamente un paio di piccole cavallette.

Ad un certo punto cominciò a mostrare segni di grande agitazione; direi addirittura disperazione. Cercava freneticamente di scalare le pareti di vetro come se volesse fuggire da qualcosa di terribile e provava addirittura a spiccare dei saltelli verso l'alto.

Dopo qualche ora decisi di liberarlo, ma una volta messo sul terreno non si allontanava e teneva le zampe raccolte, al che lo rimisi nel terrario e dopo poco morì.

Da notare che aveva attaccata all'estremità dell'addome una goccia di escrementi.

A questo punto, misi il cadavere nel terrario della femmina. Mentre, da vivo, lo aveva rispettato, a questo punto si avvicino furtivamente e lo "predò" con uno scatto.

Mi sembrò strano che attaccasse un ragno morto; forse aveva ancora qualche minima contrazione muscolare che non io avevo rilevato a occhio nudo, ma lei sì.

Fatto è che, dopo 3 giorni da quando aveva completamente mangiato il maschio, morì anche la femmina. Non si agitò come aveva fatto il maschio, ma mostrò gli stessi sintomi della disidratazione (in particolare, difficoltà a distendere le zampe); non accettò l'acqua e morì in poche ore.

Non pensai a sezionarla, anche perché non avevo il microscopio ....

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Dato che ho letto che molti hanno usato il metodo dell'apertura dell'acqua calda in bagno per ottenere miglioramenti, la cosa ha anche un senso. Non si sa fino a dove però ovviamente.

 

My link link a mio parere molto utile in cui Stanley Schultz descrive un buon metodo per la reidratazione di esemplari anche fortemente disidratati.

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