Guest jimmy Posted April 16, 2004 Report Share Posted April 16, 2004 tratto dal sito della città di Caravaggio La fauna La stabilità che caratterizza i fattori ambientali del Fontanile Brancaleone e la diversità dei biotopi che lo compongono, hanno creato condizioni particolarmente favorevoli alla presenza di tipiche biocenosi animali. Così oltre alla fauna delle acque, suddivisibile nei tre livelli di popolamento tipici ovvero, fauna della pellicola superficiale (neuston), fauna natante (necton) o fluttuante (plancton) nello spessore dell'acqua e fauna abitatrice del fondo (bentos), nei Fontanili, adottando speciali accorgimenti, è possibile studiare anche una fauna particolare: la fauna freatica, ovvero quegli animali che popolano le falde d'acqua sotterranea. Occorre subito sottolineare che uno dei fattori principali che hanno determinato l'istituzione del Fontanile Brancaleone a Riserva Naturale scegliendolo tra i molti altri della Pianura Padana, è stato senza dubbio dovuto alla scoperta della presenza nelle sue acque freatiche di una fauna sin' ora sconosciuta. Sono due le specie animali nuove individuate dai tecnici del Museo di Scienze Naturali di Bergamo e classificate dal professor Gordan S.Karaman con i nomi di Niphargus microecrberus e Nipbargus duplus. I Niphargus sono dei piccoli crostacei anfipodi simili cioè a dei Gamberi d'acqua dolce ma a differenza di questi, privi del possente carapace che si estende a ricoprire tutto il torace (proprio perché muniti di scudo dorsale l'ordine comprendente i gamberi è detto dei Toracostraci). I nostri Niphargus, che appartengono all'ordine degli Artostraci, non presentando lo scudo dorsale mostrano un torace formato da otto elementi liberi; sono lunghi complessivamente circa 20 mm. e inoltre, sempre a differenza dai gamberi, sono privi degli occhi peduncolati e nel caso specifico, in quanto abitatori delle acque freatiche, addirittura ciechi. Un altro piccolo Crostaceo privo di carapace e rinvenuto solo in alcuni pozzi e fontanili padani, tra cui il nostro, è la Bathynella lombardica, lunga poco più di un millimetro e tipica abitatrice delle acque freatiche più profonde. I crostacei, presenti nelle acque del Fontanile con numerosissime altre specie oltre a quelle citate rappresentano complessivamente forse l'elemento zoologicamente più interessante, tant'è che il Brancaleone è conosciuto dagli specialisti del settore come uno dei siti europei a più alta concentrazione di questi animali. Fra i molluschi gli elementi più rappresentativi sono i gasteropodi polmonati tra i quali si cita la Limnea (Limnea stagnalis) la cui graziosa e affusolata conchiglia, riconoscibile dal colore chiaro e dalla superficie ruvida munita di striature verticali, può raggiungere i 6 cm. di lunghezza. La Limnea è un voracissimo animale erbivoro; la si può scorgere facilmente sui vegetali sommersi dove, oltre a nutririsi, depone le uova in ammassi gelatinosi e allungati, protetti da una sottile e tenace membrana. Altri polmonati presenti nelle acque del Fontanile sono la Physa acuta, dalla conchiglia più tozza e breve della Limnea, le Radix (ovata e peregra) e il Tropidiscus carinatus, chiocciola erbivora di forma quasi discoidale con le spire poste sul medesimo piano raggiungente un diametro massimo di 15-20 mm. L'unico lamellibranco, peraltro raramente rinvenibile nelle acque della Fontana Nuova, è costituito da un mollusco del genere Pisidum caratterizzato da due valve ovalari di colore giallo corneo dalle dimensioni di circa 3x4 mm. Tra gli anellidi va citata la Sanguisuga cavallina (Haemopsis sanguisuga), un Irudineo lungo da 10 a 15 cm. pi colore nerastro che si trova generalmente sulle pietre del fondo dove aderisce con ventose; si nutre di altri vermi, di molluschi o anche di piccoli pesci. Altro anellide bentonico presente nelle zone di Fontanile il cui fondo è caratterizzato da fanghiglia e in prossimità delle acque sporche e povere di ossigeno della Roggia Basso, è il Tubiflex tubiflex, un vermetto rosso, lungo qualche decina di millimetri che si riunisce in colonie numerose immergendosi a testa in giù nel fango di cui si nutre: la sua presenza non è certamente sintomo di buona salute delle acque ospitanti. Un altro verme presente in acque più limpide e fresche del Fontanile, appartenente però alla classe dei nematodi anziché al phylum degli anellidi, è il Gordius acquaticus. Larvidi di Efemerottero La struttura fili forme e il colore brunastro di questo animale, che raggiunge i 30 cm. di lunghezza nel maschio e anche 1 metro di lunghezza nella femmina, ha fatto si che in passato la credenza popolare attribuisse la sua origine ai crini di cavallo caduti in acqua: è invece un verme parassita di coleotteri acquaioli nel cui corpo le larve si sviluppano sino a raggiungere la maturità. Numerosissimi sono gli insetti che popolano le acque del Fontanile Brancaleone: innanzitutto gli Efemerotteri presenti con numerose specie tra le quali la più comune è la Ephemera danica la cui larva si sviluppa per quasi due anni nei fondi melmosi per schiudersi poi nei mesi estivi liberando l'immagine lunga sino a 40 mm, cerci inclusi (i cerci costituiscono la parte caudale dell'insetto adulto e nella Ephemera danica sono formati da tre filamenti lunghi sino a 25 mm.).L'insetto adulto, come d'altra parte denuncia il nome attribuito all'ordine di appartenenza, non è in grado di nutrirsi e sopravvive poche ore in prossimità dell'acqua formando folti sciami danzanti: questo insetto, un tempo comune ovunque, ai nostri giorni si va sempre più rarefacendo a causa del crescente inquinamento delle acque. Tra le varie specie di libellula riscontrabili al Fontanile Brancaleone spicca per la bellezza dei colori l'Agrion puella, le cui ali azzurro-violacee a riflessi metallici, in posizione di riposo vengono ripiegate sul dorso a "libro chiuso"; altra libellula interessante è la Aeschna cyanea, con una apertura alare di circa 110 mm., che in posizione di riposo mantiene invece le ali distese nella medesima posizione che avevano in volo.Tutte le larve delle Libellule sono note per la possente predazione attuata nelle acque in cui vivono: dagli avannotti ai girini fino al cannibalismo tra larve congeneri, cannibalismo che non perdono nemmeno da insetti adulti se è vero che, come affermano molto Autori, spesso si sono notate libellule adulte predarne altre con la sola pregiudiziale delle rispettive dimensioni. Sulle acque calme del Fontanile sono presenti numerosi esemplari di Gerride (Gerris gibbifer e Gerris najas) caratterizzati dalle lunghe zampe fornite di peli idrofughi che gli permettono di muoversi velocemente sull'acqua a caccia di piccole prede. I ma1capitati, generalmente piccoli insetti caduti sull'acqua, vengono infilzati dal Gerride con un rostro attraverso il quale riversa nella preda un liquido che ne dissolve i tessuti consentendo così al predatore di succhiarne con facilità i resti. Gerride Notunecta Altri insetti in grado di sfruttare l'energia generata dalla tensione superficiale dell'acqua a proprio vantaggio e presenti numerosissimi al Fontanile Brancaleone, sono i Girinidi (Gyrinus substriatus), piccoli coleotteri neri, lunghi al massimo 5-7 mm., che girano vorticosamente sulla pellicola superficiale dell'acqua. Sono talmente specializzati a vivere in questo ambiente da essere dotati di quattro occhi: due rivolti in alto ad esplorare il mondo aereo e due rivolti in basso ad esplorare quello subacqueo, sempre pronti ad infilzare con i loro rostri qualche malcapitata preda. Un vorace insetto, appartenente allo stesso ordine dei Gerridi (Eterotteri), che vive invece sotto il pelo delle acque del Fontanile è la Notonecta, un predatore accanito che non disdegna attaccare animali anche di dimensioni maggiori delle sue. L'ultimo paio di zampe, foggiate a remo, gli consentono di nuotare velocemente in acqua raggiungendo la preda in tempi brevissimi; il suo rostro, breve ma robusto, può causare una dolorosissima puntura anche nell'uomo. Un altro Eterottero la cui puntura può causare fastidiose conseguenze è lo Scorpione d'acqua (Nepa cinerea), anch'esso predatore di piccoli animali, vive prevalentemente sul fondo ciottoloso delle teste e delle aste del Fontanile: a differenza dello Scorpione di terra (di cui tra l'altro non è nemmeno "parente" appartenendo quest'ultimo alla classe degli aracnidi), che inietta il proprio veleno attraverso l'aculeo caudale, la Nepa è dotata di un rostro boccale a quattro stiletti. Come la Notonecta, usa spostarsi da una zona umida all'altra volando di notte; la respirazione in immersione è ottenuta tramite l'emissione di un tubo respiratorio originato direttamente nell'addome che l'insetto sporge, quando necessario, fuori dall'acqua. Alla stessa famiglia dello Scorpione d'acqua appartiene la Ranatra linearis, curioso insetto difficilmente osservabile per la sua forma mimetica "a stecco" che le consente di cacciare le prede stando immobile tra le piante acquatiche. Una delle componenti faunistiche più significative del Fontanile Brancaleone è costituita dai Tricotteri; questi insetti, la cui immagine può in certi casi essere confusa con quella dei Lepidotteri (comunemente detti "Farfalle"), hanno larve sempre acquaiole che nella maggior parte dei casi si costruiscono un fodero con granellini di sabbia, frammenti di vegetali, piccole conchiglie, ecc. portandosi sempre appresso questa sorta di casa come protezione. Alcune larve costruiscono una sorta di ragnatela subacquea, una vera e propria "rete da pesca" che serve per catturare le piccole prede animali di cui si nutrono. Ma la vera gendarme del Fontanile Brancaleone, colei che forse meglio di qualsiasi norma legislativa lo protegge da eccessive o indesiderate presenze è la comunissima Zanzara (Culex pipiens). Con le sue 3-4 generazioni annue riesce a dominare incontrastata dalla primavera ad autunno inoltrato i boschi del Fontanile. Le femmine di questo insetto, appartenente all'Ordine dei Ditteri, svernano in grotte, cantine ed altri luoghi umidi, pronte, appena la stagione risulterà propizia, a risvegli arsi e succhiando il sangue ad uccelli e mammiferi, consentire la maturazione delle uova che, deposte anche in piccole raccolte d'acqua stagnante, schiuderanno in pochi giorni dando subito inizio ad una nuova generazione di fastidiosissimi insetti. Altro Dittero presente nel Fontanile, ma oramai rarissimo a causa della sua grande sensibilità agli inquinamenti, è lo Zanzarone degli orti (Tipula oleracea) che nonostante le grosse dimensioni (può arrivare a 25 mm. di lunghezza) e contrariamente a quanto generalmente creduto, non punge né succhia sangue, motivi per i quali è ingiustamente perseguitato. Tra i coleotteri acquaioli l'esponente senz'altro più significativo presente nel Fontanile Brancaleone è il Ditisco (Dytiscus marginalis). Questo animaletto lungo al massimo 35 mm., di colore nero con leggeri riflessi verdastri e con le elitre marginate di giallo nel maschio e finemente ornate da solchi longitudinali paralleli nella femmina, è una vera e propria voracissima "macchina da guerra". Innanzitutto le tre paia di zampe sono un tipico esempio di alta specializzazione e di adattamento all'ambiente: il paio di zampe posteriori è provvisto sul lato interno di un fitto pettine di peli che, aumentando la superficie battente, funge da remo a movimento simultaneo cosicché l'insetto è in grado di nuotare con velocissimi balzi in avanti. Il paio di zampe mediano non ha subito particolari adattamenti e serve al Ditisco soprattutto per camminare sul fondo. L'ultimo paio di zampe, quelle anteriori dotate di una sorta di uncino, servono a trattenere le prede e caratterizzano anche il dimorfismo sessuale della specie: nel maschio infatti esse sono munite di due grandi ventose contornate da oltre 150 ventose più piccole, elementi indispensabili per consentire l'accoppiamento in acqua permettendo al maschio di rimanere saldamente attaccato sul dorso scivolo so della femmina. Le prede del Ditisco possono essere anche pesci o altri animali più grossi di lui, catturati mediante l'iniezione, attraverso le mandibole, di un liquido paralizzante; tale liquido è in grado di dissolvere i tessuti della vittima che poi il Ditisco, trattenendola con le ventose, potrà succhiare tranquillamente attuando così anche una sorta di predigestione. Un ultimo adattamento interessante da segnalare nel Ditisco, è la sua capacità di vivere sott'acqua portandosi appresso la scorta d'aria di cui necessita in una sorta di "serbatoio" posto tra le elitre: questa scorta d'aria può durare anche più di mezz'ora consentendo all'insetto di vivere tranquillamente sul fondo del Fontanile a caccia di prede. Ed eccoci ad analizzare la fauna acquatica certamente più nobile e ambita del Fontanile: i pesci. Nel Brancaleone studi risalenti solo ad una decina di anni or sono ne davano certamente presenti almeno sette specie tra le quali spiccava, per valore naturalistico e per numero di esemplari, il Luccio (Exos lucius). Durante le osservazioni attuate nel corso del 1987 solo in una occasione si è riusciti ad osservarne uno e di piccole dimensioni. Così anche la Tinca (Tinca tinca) è stata osservata raramente, mentre non è stato assolutamente possibile verificare la presenza della Trota iridea (Salmo gairdneri). Anche il Ghiozzo (Gobius martensi) e lo Scazzone (Cottus gobio), un tempo segnalati come specie presenti in copiosa quantità oggi sono oramai diventati una rarità. Queste ultime due specie possono a ragione essere ritenute tra le più caratteristiche abitatrici dei fontanili e delle acque, correnti in genere. Il Ghiozzo si rintraccia generalmente sui fondi ciottolosi, in prossimità di erbe tra cui si mimetizza, dove riesce a resistere anche a correnti relativamente forti ancorandosi alle pietre attraverso una specie di ventosa di. cui è munito ventralmente, ventosa originata da un particolare adattamento delle pinne pelviche. Lungo in genere non più di 5-6 cm. è caratterizzato da un corpo piuttosto tozzo dove spicca una testa grossa e larga dotata di una grande mandibola prominente e di grandi occhi collocati in alto sul capo utili per individuare le prede di cui si nutre, generalmente piccoli invertebrati, stando adagiato sul fondo. Il colore, pur essendo variabile a seconda degli ambienti frequentati, è generalmente bruno più o meno intenso con tonalità verdi o giallastre, macchiettato di scuro; caratteristica infine la macchia blu-azzurra evidente, soprattutto nel maschio, sulla parte posteriore della prima pinna dorsale. Simile al Ghiozzo, ma di maggiori dimensioni, è lo Scazzone che può anche raggiungere i 15-16 cm. di lunghezza. Pesce molto sensibile all'inquinamento, è stato recentemente notato solo in un paio di occasioni ed è anch'esso destinato, se le condizioni delle acque del Fontanile non verranno migliorate, a scomparire definitivamente. Elemento distintivo particolare di questo pesce è di avere una "cute nuda", priva cioè di squame; inoltre altra curiosa particolarità è l'assenza della vescica natatoria. Presenze ittiche numericamente discrete, ma non certo abbondanti, nelle acque del Fontanile Brancaleone, sono infine quelle del Triotto (Rutilus rubilio) e della Scardola (Scardinius erythrophthalmus). Anche il Triotto è un pesce di piccole dimensioni che raramente supera i 20 cm. Il dorso è di un bel colore bruno-verdastro, mentre il ventre è argenteo e i fianchi sono longitudinalmente percorsi da una linea nerastra; caratteristico anche l'occhio dall'iride giallo-aranciata. Vive in branchi tra la vegetazione sommersa nutrendosi di alghe e di piccoli invertebrati, adattandosi bene anche ad acque fangose e poco ossigenate. Adattamento ancora più spinto è quello della Scardola che predilige acque calme, a fondo fangoso e ricco di vegetazione e di piccoli invertebrati di cui si nutre; può raggiungere anche i 25-30 cm. di lunghezza. Passando dall'acqua alla terra non si può non accennare alla classe degli anfibi presenti nel Fontanile con il rospo (Bufo bufo) e la Rana verde (Rana esculenta), cacciata assiduamente in passato a causa delle sue prelibate carni che tanto hanno contribuito ad alimentare l'arte culinaria popolare di queste terre e a sostentarne le genti, anch'essa è oggi quasi completamente scomparsa a seguito del continuo inquinamento delle acque. Segnalata anche la presenza del Tritone punteggiato (Triturus vulgaris), lungo 10-11 cm. ha il corpo e la coda marcati da chiazze nere e il ventre di colore arancio. Durante il periodo degli amori il maschio si arricchisce di una cresta di pelle che, iniziata sul cranio, si sviluppa come un festone dentellato sino alla estremità della coda; in questo periodo le dita dei piedi del maschio si muniscono di strette frange di pelle. Rospi in accoppiamento Dopo l'accoppiamento, che avviene in acqua, il maschio si trasferisce sulla terraferma e cresta e frange vengono riassorbite. In inverno il Tritone va in letargo sotto terra, pietre o comunque in posti ben riparati dal gelo; alcune femmine conservano le branchie anche da adulte e possono trascorrere l'intera vita in acqua riparandosi nei mesi freddi sotto il fango del fondale. Questo animale, diffuso un po' negli stagni di tutta l'Europa centro-orientale, non rappresenta certo un sintomo di buono stato di salute delle acque che lo ospitano. Nei boschi e nei prati del Fontanile trovano rifugio moltissimi altri animali tra i quali ci preme ricordare ancora alcuni insetti un tempo comunissimi abitatori di queste contrade e oggi, e pare quasi incredibile quanto si va affermando tanto i tempi ci sono vicini, quasi scomparsi. Chi, tra quanti non sono proprio delle ultimissime generazioni, non ricorda infatti le calde sere d'estate rallegrate dal canto dei grilli? Eppure anche questo simpaticissimo insetto, protagonista o comparsa di non pochi scritti e versi poetici, è diventato sempre più raro sino a scomparire da intere aree della Pianura. L'abbandono della coltura a prato stabile e l'uso massiccio di prodotti chimici in agricoltura hanno emarginato il Grillo (Gryllus campestris) in poche aree dove ancora riesce a vivere. Nella zona tra la Fontana Nuova e la Roggia Basso, la presenza di un buon tratto di terreno coltivato a prato stabile consente ad una discreta colonia di Grilli e ad altri piccoli animali dei campi e dei prati, di sopravvivere. Parente stretto del Grillo dei campi è il Grillo dei boschi (Nemobius sylvestris), leggermente più piccolo del precedente, vive da giugno a ottobre tra alberi e cespugli del Fontanile da dove i maschi lanciano i loro striduli richiami amorosi. Dove il terreno è più secco e sabbioso è facile incontrare dei piccoli crateri: sono trappole scavate dalle larve del Formicaleone (Myrmileon formicarius) pronte sul fondo dell'imbutino a ghermire le formiche che osino avventurarvisi. L'ambiente umido e ricco di erbe e boschi favorisce il riprodursi anche di un altro simpatico insetto da tutti conosciuto: la Lucciola (Phausis splendidula). Nelle notti estive, zanzare permettendo, è possibile ammirarne in gran quantità nel prato o in prossimità del bosco: le femmine non volano e lanciano i loro messaggi luminosi arrampicate su steli d'erba o su fiori; i maschi, molto più piccoli, intessono invece vivaci balletti di luce nell'aria. Di giorno fra queste erbe o fra i cespugli all'inizio dei boschi è possibile assistere alle cacce della Mantide religiosa (Mantis religiosa), un Dermattero lungo sino a 75 mm. munito di potenti zampe raptatorie con le quali aggredisce e cattura gli insetti di cui si nutre. Il nome di questo insetto deriva proprio dalla strana posizione assunta in attesa di aggredire la preda: le grandi zampe anteriori sono mantenute congiunte e completamente chiuse come fossero in preghiera; sono invece due possenti "coltelli a serramanico" pronti ad aprirsi conficcandosi come una fiocina nel corpo del malcapitato. La strana forma dell'animale ne ha fatto oggetto, presso vari popoli, di superstizione e addirittura di culto: i Mussulmani la ritengono un insetto devoto che volge le zampe verso la Mecca, presso alcune tribù africane la Mantide è venerata quale animale sacro, i Romani la ritenevano un possente amuleto e ancor oggi è detto popolare che le zampette congiunte indichino al viandante smarrito il giusto sentiero. La femmina della Mantide, riconoscibile dal maschio per la maggiore voluminosità soprattutto dell'addome, è da molti ricordata perché dopo, o addirittura durante l'accoppiamento, si divora il partner; tale comportamento pare sia necessario per poter consentire alle uova, da poco fecondate, di svilupparsi rapidamente arricchendosi delle proteine di cui è composto il maschio. Queste uova, deposte all'interno di una ooteca spugnosa atta a proteggerle dal freddo e dai nemici, schiuderanno nella primavera dell'anno successivo. Verso sera è ancora possibile incontrare nel bosco un altro interessante insetto: il Cervo volante (Lucanus cervus). Il nome gli deriva da una strana forma delle mandibole del maschio che assomigliano a due corna di cervo in miniatura. Le larve di questo Coleottero, il più grande della famiglia in Europa, si sviluppano durante diversi anni nel legno tarlato soprattutto delle vecchie querce, ragion per cui con la scomparsa dei boschi di quercia la specie si è andata sempre più rarefacendo. Se a ciò si aggiunge il fatto che l'insetto adulto si nutre esclusivamente della linfa di alberi tagliati che lecca con la particolare lingua di cui è dotato, diventa subito chiaro che la sua sorte, ovvero la sua salvezza o la sua definitiva scomparsa almeno in Padania, sia oramai legata alla nostra capacità di difenderne gli ultimi habitat. Altro abitante delle notti del Fontanile è una farfalla della famiglia delle Sfingidi: la Proserpina (Proserpinus proserpina); tipica degli ambienti fluviali, è una specie rara giunta sino a noi dall'Oriente. Il bruco si sviluppa tra maggio e giugno nutrendosi preferibilmente di foglie di Epilobium su cui è possibile trovarlo. Molte altre farfalle si nutrono sui fiori del Fontanile, dalla comunissima Inachis io, una delle prime ad apparire in primavera, alla Vanessa delle ortiche (Aglais urticae), sino al bellissimo Macaone (Papilio macaon) dalle tipiche ali con venulazioni gialle e nere, posteriormente bordate di azzurro e dotate di un inconfondibile "occhio" color ocra. Lungo i canali, in prossimità degli argini vive in gruppi anche numerosi un simpatico mammifero: il topo d'acqua (Arvicola terrestris). A dispetto del suo nome scientifico questa arvicola, lunga poco più di 14 cm., più 8 cm. di coda, predilige le zone ricche di acqua scavando gallerie tra loro collegate lungo gli argini di fiumi e canali. Il nido viene costruito sotto terra, generalmente tra le radici di qualche albero, dove la femmina depone 3-4 volte all'anno da 3 a 7 piccoli. Altro mammifero presente nel territorio del Fontanile è la talpa che a differenza dell'Arvicola che si nutre prevalentemente di radici, è un attivo e utilissimo insettivoro. Una volta assiduamente cacciata perché ritenuta infestante nei campi, soprattutto se coltivati a prato stabile, per la sua abitudine di scavare gallerie portando in superficie il terreno e rovinando di conseguenza il prato, è invece sintomo di terreni sani e in buon equilibrio biologico, ricchi cioè di larve di insetto di cui la talpa è ghiotta. Mantide religiosa Cervo volante Bruco di Proserpina: si nutre di foglie di Epilobium Il ramarro: popola i margini del fontanile Altro fiero divoratore di insetti presente sui vecchi alberi o presso i cespugli del Fontanile è il Ramarro (Lacerta viridis); lungo sino a 40 cm., assume nel maschio una colorazione del dorso di un bel giallo-verde con sfumature azzurre sulla testa, l'addome è generalmente giallo chiaro. La femmina, dai colori meno vivaci, è caratterizzata anche dalla presenza di un disegno bruno sul dorso contornato da 2-4 linee più chiare. Durante il periodo degli accoppiamenti i maschi ingaggiano feroci combattimenti per il possesso delle femmine; le uova in numero di 5-20, vengono deposte all'inizio dell'estate in nicchie successivamente ricoperte con sabbia o terriccio e si schiudono dopo un mese circa. I giovani Ramarri, lunghi non più di 7-8 cm., saranno già in grado di nutrirsi di piccole prede alla cui caccia si dedicheranno assiduamente sin dal primo giorno di vita. Altri rettili presenti nel Fontanile sono la Lucertola dei muri (Lacerta murlais) e l'Orbettino (Anguis fragilis), un innocuo sauro lungo al massimo 50 cm., vorace divoratore di lombrichi e di piccole chiocciole. Queste ultime sono presenti con numerose specie ed anche con la "regina" delle lumache, la Helix pomatia o chiocciola comune, famosa in gran parte d'Europa più per le sue qualità culinarie che non per le sue caratteristiche naturali. Questa specie, così come anche rane e rospi, è protetta sull'intero territorio della Regione Lombardia e la sua raccolta è vietata anche al di fuori dell'area della Riserva Naturale. Già avvicinandosi alla zona del Fontanile provenendo dalla cascina "Gavazzolo sopra" , il primo elemento che colpisce il visitatore è il canto melodioso degli Usignoli. L'Usignolo (Luscinia megarhynchos), un tempo comune in tutti i boschetti umidi della bassa, ha trovato il suo rifugio ideale tra i cespugli e gli alberi del Brancaleone e anche durante il 1987 ha nidificato con numerose coppie. L'uccellino, lungo si e no 16 mm., è molto schivo e si tiene ben nascosto nel folto della vegetazione, aiutato in ciò dal piumaggio mimetico e poco evidente. Il suo canto, melodioso e sonoro, risuona dal tramonto all'alba, ma è facile udirlo anche di giorno soprattutto nel periodo degli amori. Altri passeriformi nidificanti al Brancaleone sono: l'Usignolo di fiume (Cettia cetti), dal canto modesto e di dimensioni inferiori al primo e il Codirosso (Phoenicurus phoenicurus) dallo spiccato dimorfismo sessuale dove il maschio adulto è caratterizzato da faccia e gola nere, dal petto, fianchi e groppone color ruggine, da capo e dorso grigi e dal sopracciglio bianco. Anche il Merlo (Turdus merula) nidifica comunemente tra gli alberi del Fontanile, così come il Fringuello (Fringilla coelebs) e l'Averla piccola (Lanius collurio). Spesso tra gli alberi del Fontanile risuona anche il monotono tubare della Tortora (Streptopelia turtur) i cui pulcini, nutriti con semi, bacche e piccoli molluschi, si involano nella prima estate formando stormi giocosi. Un nido di gallinella d'acqua Su qualche ramo sporgente nelle teste o nei canali o ben nascosto nel canneto o tra i cespugli, è possibile osservare il nido della Gallinella d'acqua (Gallinula chloropus), simpatico rallide caratterizzato dal piumaggio marronenerastro con strie bianche sui fianchi, placca frontale e parte del becco rossi e zampe verdi con una "giarrettiera" rossa. Le uova dai colori variabili dal grigio-biancastro, al fulvo, al verde, macchiate di grigio-azzurro o di marronerosso sono da 5 a Il e schiudono dopo circa 20 giorni. I pulcini, di colore nero, sono già indipendenti dopo pochi giorni, ma saranno in grado di volare solo dopo 6 settimane. Spesso dal Fontanile si ode giungere il richiamo del Fagiano, o si sente il fastidioso gracchiare delle Cornacchie, ma inconfondibile su tutti risuona il canto del Cuculo (Cuculus canorus) che da maggio a luglio si aggira alla ricerca di un nido "in prestito" dove deporre un uovo dal quale schiuderà, dopo circa 20 giorni, un impertinente pulcino che si sbarazzerà presto dei suoi coinquilini, siano essi pulcini già nati o uova, rimanendo unico occupante del nido. Così i genitori dei pulcini usurpati, ignari della sorte toccata alla propria prole, continueranno ad accudire l'insaziabile parassita sino alla sua maturità. In uno studio dei primi anni '70 si dava per certa la presenza, quale specie nidificante nel Fontanile Brancaleone, del Martin pescatore (Alcedo atthis); negli ultimi due anni si può affermare con sicurezza che questo splendido animale non ha più nidificato nella nostra Riserva Naturale. Forse il continuo aggravarsi delle condizioni delle acque e la conseguente scarsità del pesce che costituisce la principale dieta del Martino, ma forse ancora di più la scarsa protezione da atti di bracconaggio attuata negli anni antecedenti alla istituzione della Riserva Naturale, non hanno consentito a questa specie di continuare a rallegrare e ad arricchire l'area protetta con la propria cromatica presenza. Femmine di anatra selvatica nel tipico atteggiamento di ricerca del cibo sul fondo Sicuramente nidificante è invece l'Anatra selvatica (Anas platyrhynchos) anche se con poche coppie. Il simpatico anatide mostra un evidente dimorfismo sessuale per cui, soprattutto nella stagione estiva, il maschio è facilmente distinguibile dalla femmina per l'elegante livrea con capo verde metallico, collare e coda bianchi e petto color ruggine. Questi colori vistosi servono ad attrarre la femmina per l'accoppiamento che avviene dopo una vera e propria parata nuziale consistente in una serie di esibizioni da parte del maschio che si pavoneggia di fronte alla femmina gonfiando il piumaggio del collo, schizzando acqua, facendo giri vari intorno alla prescelta con il becco a pelo d'acqua. Il nido, costruito anche lontano dalle rive e nei posti più disparati, ospita da 7 a 15 uova deposte generalmente in primavera, ma spesso anche in periodi più avanzati dell'anno sin anche nella tarda estate. Dopo 30 giorni nasceranno i giovani anatroccoli che già poche ore dopo aver visto la luce saranno in grado di seguire la madre in acqua alla ricerca del cibo. Durante queste brevi note relative alla Riserva Naturale del Fontanile Brancaleone abbiamo più volte ricordato le precarie condizioni ecologiche in cui versa l'area a causa soprattutto dell'inquinamento delle acque di risorgiva provocato dai residui trasportati dalle Rogge a monte. Alcune delle numerose e negative conseguenze di tale inquinamento sono poi state via via evidenziate trattando delle modifiche subite dalla vegetazione e soprattutto dalle popolazioni animali del Fontanile. Si vogliono però concludere queste note relative alla popolazione animale della Riserva con un momento di ottimismo e di speranza per il futuro del Fontanile, ottimismo e speranza dettati sia dall'attenzione sempre maggiore mostrata dai nostri concittadini ai fatti naturali del paese, sia da un evento specifico all'area in oggetto che non può essere che di buon auspicio. Infatti nel corso del 1987, e mi risulta per la prima volta nella storia conosciuta del Fontanile, sui Pioppi e sui Salici del Brancaleone hanno nidificato gli Aironi. Più precisamente 7 coppie di Nitticora (Nycticorax nyctieorax) e una coppia di Garzetta (Egretta garzetta), hanno dato origine a una piccola garzaia che con la nascita dei pulcini contava, a fine stagione, più di quaranta individui. Le garzaie, così chiamate per il nome volgare dato agli Aironi (Garze), sono costituite da colonie di popolazioni miste di Aironi e hanno dimensioni variabili da poche sino anche a parecchie centinaia di coppie. Gli Aironi che nidificano nelle circa 30 garzaie attualmente esistenti in Pianura Padana (invece delle oltre 200 presenti all'inizio del secolo), sono, oltre alla Garzetta e alla Nitticora, l'Airone rosso (Ardea purpurea), l'Airone cenerino (Ardea cinerea) e la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides). La Nitticora, senz'altro l'Airone più diffuso tra quelli citati, è un uccello lungo circa 110 cm.; negli adulti il collo e le parti inferiori sono bianchi e la testa e le ali sono grigie con riflessi azzurrognoli; dalla nuca si dipartono due eleganti piume filiformi, bianche, lunghe 30 cm. La sua presenza al Fontanile Brancaleone è un fatto strano poiché si riteneva che questo animale, sin' ora concentrato quasi esclusivamente nelle sole Provincie di Vercelli, Novara e Pavia, fosse tipicamente adattato alle zone coltivate a risaia. Il suo nutrimento, costituito da ranocchi, bisce, insetti, crostacei, pesci e anche topi ed altri piccoli mammiferi, non esclude un adattamento alle condizioni attuali del Fontanile che, unitamente alle zone limitrofe, consente agli Aironi di trovare sufficiente cibo; identico discorso vale per le Garzette, piccoli ed eleganti aironi di colore bianco e dalle lunghe zampe nere. Forse, se le condizioni ambientali e il rispetto degli uomini lo consentiranno, il Brancaleone si avvierà a diventare la prima garzaia bergamasca. .:IL GURZO [:181] DELLA BASSA:. Link to comment Share on other sites More sharing options...
i-lang Posted April 16, 2004 Report Share Posted April 16, 2004 Ampio lavoro, gurzo della bassa. Me lo rileggerò con comodo ed attenzione.. Uno stracchino è per sempre............. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest jimmy Posted April 17, 2004 Report Share Posted April 17, 2004 fai pure con comodo[] .:IL GURZO [:181] DELLA BASSA:. Link to comment Share on other sites More sharing options...
manenz Posted April 17, 2004 Report Share Posted April 17, 2004 Gurzo scommeto che la [:221]si innamora di te per questo lavoro!!!!! Ciao Link to comment Share on other sites More sharing options...
Orka Posted April 19, 2004 Report Share Posted April 19, 2004 che bello....mi ricordi tanto il mio tirocinio (fatto nel 98, con l'associazione VerdeAcqua di milano). ogni giorno a raccogliere bestiole nei fontanili. Avevo fatto il ghiglio, il S.Antonio...e altri due, acc non mi ricordo il nome! Calcolavamo gli indici biotici. un'esperienza meravigliosa! <lacrimuccia> Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest jimmy Posted April 19, 2004 Report Share Posted April 19, 2004 si ormai siamo abituati alla dura vita dei ricercatori con stivali!!!"water world" docet!!!![] .:IL GURZO [:181] DELLA BASSA:. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Orka Posted April 19, 2004 Report Share Posted April 19, 2004 ma che dura vita dai..è meraviglioso... le libellule che svolazzano... le ranine che gracidano... le larvette che tentano di mozzicarti lo stinco... e le leggiadre zanzare-ElicotteroApacheLike! -Orka- Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest jimmy Posted April 20, 2004 Report Share Posted April 20, 2004 esatto ma era ovviamente in tono metaforico... e soprattutto w i castorini che fanno tane nei pressi dei fontanili... 30 cm di toponi sud americani!!! e l'ecosistema va a farsi friggere!!! .:IL GURZO [:181] DELLA BASSA:. Link to comment Share on other sites More sharing options...
manenz Posted April 20, 2004 Report Share Posted April 20, 2004 Jimmy hai proprio ragione infatti le nutrie (importate per la produzione di pellicce)stanno distruggendo la vegetazione tipica delle rive fluviali (sono diminuiti di molto anche i canneti a discapito della specie aviaria) ma causano problemi anche gli argini causando gravi problemi economici. Nella zona di Cremona lungo le sponde del bellissimo fiume Po' stanno facendo franare le sponde in quanto costruiscono delle tane molto profonde!!!![!] E' meglio per tutti che si provveda ad allontanarle dalle nostre zone in quanto non autoctone. Ciao Link to comment Share on other sites More sharing options...
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