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Segestria florentina


Guest L. Mactans

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Guest L. Mactans

Cari amici,

questa scheda è stata redatta già da qualche mese, tuttavia ho sempre pensato che fosse il caso di aspettare che qualcuno gentilmente mi inviasse delle foto, indispensabili per la sua pubblicazione… Ora le foto a breve dovrebbero essere disponibili (il mio grande amico Migdan mi ha solo chiesto il tempo di prendere un po’ di confidenza con la sua nuova fotocamera ultratecnologica…) perciò nel frattempo vi propongo la lettura della scheda qui sul forum, di modo che avrete tuttto il tempo di trovare eventuali errori e/o imperfezioni e/o utili aggiunte.

Buona lettura (sperando di non annoiarvi!)

 

 

 

SEGESTRIA FLORENTINA

 

 

SOTTORDINE: Araneomorphae.

GRUPPO: Haplogynae.

FAMIGLIA: Segestriidae.

NOME SCIENTIFICO: Segestria florentina (Rossi, 1790); l'autore la descrisse come Aranea florentina in "Fauna etrusca, sistens Insecta quae in provinciis Florentina et Pisana praesentim collegit" (dati da P. Bonnet "Bibliographia araneorum" pp. 546, 3999-4002). Segestria è un termine latino citato da Svetonio, che indica una sopraveste di pelle intrecciata: è stato molto probabilmente usato per ricordare la tana tubolare di seta intrecciata che viene tessuta dal ragno come rifugio. Per quanto riguarda l’attributo specifico la derivatio nominis appare più incerta: potrebbe indicare la preferenza per Firenze e le città dell’Italia centrale (gli antichi bastioni e i bugnati di medicea memoria sono infatti molto apprezzati da questo ragno); oppure derivare da florenter (=brillante), con riferimento ai riflessi metallici dei cheliceri.

NOMI COMUNI: per i popoli anglosassoni è detta anche semplicemente “Tube web spider”, per evidenziare l’abitudine di costruirsi tane tubolari di seta.

NOTE DI NOMENCLATURA: il genere Segestria, inizialmente incluso nella famiglia dei Dysderidae, è stato in seguito trasferito nella nuova famiglia dei Segestriidae. Un sinonimo molto usato in passato per questa specie era Segestria perfida (per il carattere talvolta molto aggressivo…).

 

DISTRIBUZIONE: la specie è presente in quasi tutta Europa, in Nord-Africa e Asia minore, con netta preferenza per le regioni più calde e con inverni più miti; si presume che in Italia sia pressoché ovunque presente (in habitat adatto). Pesarini, nella sua check-list delle specie italiane, la segnala mancante solo in Sicilia, ma questo, come suggerisce la distribuzione globale, dipende quasi sicuramente da carenza di ricerche.

 

TANA E ABITUDINI: la specie ha la prerogativa di costruirsi una tana di seta tubolare orizzontale utilizzando anfrattuosità di varia natura come sostegni portanti; la più spettacolare che mi è capitato di vedere di questo tipo era infilata tra le trame metalliche di una saracinesca, la base posteriore parallela a queste ultime e l’ingresso aperto ad imbuto verso l’esterno. Soprattutto nei soggetti giovani è comune la costruzione di strutture tubolari completamente addossate alle angolature dei muri. Ove presenti, la specie gradisce molto buchi e pertugi, che colonizza foderandoli di seta; ad ogni modo una condizione di sopravvivenza molto importante è la possibilità di disporre di doppio ingresso (nel caso dei tubi “esterni”) o quantomeno di buchi molto profondi e spaziosi. Ciò ha la funzione di difesa contro gli attacchi dei predatori: il ragno dispone di una sorta di uscita di emergenza e non corre il rischio di venire stanato, per esempio da una vespa (tra i pochi predatori degli individui giovani, e poi preda degli esemplari adulti…). All’esterno della tana si estende una larga raggiera di fili di seta, leggermente sollevata dalla superficie per mezzo di numerosi puntelli di seta, con la funzione di dare al padrone di casa il segnale del passaggio di una preda: il ragno esce repentinamente allo scoperto, trafigge la vittima con i suoi cheliceri potenti e la trascina nel tubo per consumarla con calma. Pare che la ragnatela a raggiera sia la forma di ragnatela più antica ed elementare, dalla quale si sono poi evolute tutte le altre. Durante la sua vita la Segestria è sedentaria, ad eccezione del periodo riproduttivo (i maschi adulti cessano di nutrirsi e diventano erranti) e della dispersione: i ragnetti neonati abbandonano la tana materna e, sostenuti da un filo di seta (il cosiddetto filo aeronautico), si lasciano trasportare dal vento anche a notevoli distanze (gli anglosassoni chiamano il fenomeno balooning, con chiaro riferimento ai palloni aerostatici). I giovani ragnetti conducono una vita assolutamente solitaria: appena trovato un posticino adeguato iniziano la costruzione di una tana, e se vengono tenuti in cattività in uno stesso contenitore, anche spazioso, iniziano a divorarsi tra di loro (non tanto per fame, quanto a causa della competizione interspecifica per la conquista delle risorse trofiche).

 

HABITAT: secondo alcuni autori questo è un ragno molto adattabile, che può essere rinvenuto tanto nelle cantine quanto in alberi, muri o scogliere. Per mia esperienza personale posso dire che questa specie pare contendersi con Tegenaria il titolo di “ragno cittadino per eccellenza”, avendo come habitat ottimale i muri fessurati di vecchi edifici di città, nell’umbratile atmosfera di stradine tranquille, poco trafficate (troppo sole, caos e smog non sono graditi, tuttavia in Toscana mi è capitato di osservare vecchie murature in pieno sole completamente colonizzate) e possibilmente vicino ad un corso d’acqua, fonte di cibo (ditteri, efemerotteri) e di umidità (ripeto che però la si può trovare pure in ambienti asciutti).

 

AGGRESSIVITA’ MEDIA: gli esemplari giovani, se stanati e molestati, si affidano alla loro grande velocità e si danno alla fuga; gli esemplari adulti possono, a seconda del carattere (sembra incredibile eppure è così), tentare la fuga o ergersi combattivi e spalancare, brandendoli, i possenti cheliceri con fare intimidatorio. Questa caratteristica è utile nel caso di maschi adulti in allevamento, poiché per farli vivere più a lungo è possibile stuzzicarli e letteralmente infilargli il cibo tra le fauci: il più delle volte accettano volentieri.Il morso da parte di esemplari adulti è ben doloroso, tuttavia le sue conseguenze risultano essere pressoché irrilevanti. Per opinioni più autorevoli riporto i commenti di alcuni autori:

L. Berland scrive: "... Dugès s'est fait mordre jadis volontairement par cette Araignée, sans en ressentir autre chose que des symptomes locaux tout à fait bénins."

M. Phisalix scrive: " ... deux formes cliniques d'Aranéisme: A. nerveux; A. gangréneus. La dernière forme s'accompagne parfois de symptomes intenses: délire, hémorrhagies, fièvre, ictère. On accuse de ces accidents la Segestria perfida, le Filistatis hibernalis ...; mais les cas où l'araignée a été saisia sur le fait sont assez rare pour qu'on n'ajoute qu'un crédit limité à cette assertion."

J. Haupt scrive: " Inquiétée, elle n'hésite pas attaquer. Sa morsure est très douloureuse."

S. Bettini & P.M. Brignoli scrivono: " The large Segestria florentina is a common synanthropic spider found in most of the world's regions. It is well known (Duges, 1836) that the bite of this species causes no symptoms in man, except for slight local redness and swelling."

 

RAPIDITA’ DI CRESCITA: è molto variabile perché dipende dalla disponibilità di cibo; in cattività nutrendo adeguatamente in modo da stimolare le mute ed evitando il letargo invernale è possibile passare da uovo ad adulto in circa un anno/un anno e mezzo (gli stessi tempi di muta comunque possono essere molto lunghi e superare le tre/quattro settimane); in natura, specialmente in certi ambienti urbani particolarmente poveri di risorse trofiche, l’intero ciclo può durare anche tre/quattro anni. Raggiunta la maturità sessuale il maschio in genere non vive che pochi mesi (massimo sei mesi in cattività se continuamente alimentato) la femmina invece può vivere altri due/tre anni. Il periodo di accoppiamento va da aprile a giugno (punte massime in maggio), tuttavia è possibile rinvenire maschi adulti erranti pressoché in ogni periodo dell’anno. La femmina accoppiata durante la sua vita depone, uno per volta, diversi ovisacchi bianchi all’interno della tana (in genere uno a primavera e uno in estate); le uova si schiudono dopo circa due/tre mesi e i piccoli dopo una settimana iniziano la dispersione (contemporaneamente la madre espelle i resti dell'ovisacco e ripulisce la tana).

 

MORFOLOGIA ESTERNA: la femmina adulta presenta cefalotorace nero lucido con sei piccoli occhi disposti in tre diadi così: [ 8 °° 8 ]; le zampe sono anch’esse nere e lucide, robuste e con lieve peluria; solo il quarto paio è rivolto all’indietro (questa caratteristica permette al ragno di impiegare non quattro ma sei zampe quando si pone all’imboccatura della tana nell’atto di captare le vibrazioni attraverso i fili di seta); i cheliceri sono pronunciati e sporgenti, di colore verde-violaceo con riflessi metallici; l’addome è di forma cilindrica, appiattito dorsalmente e centralmente e arrotondato caudalmente; presenta una colorazione nerastra con un motivo dorsale grigio a lisca di pesce, meno marcato che nel genere Tegenaria; dimensioni del corpo: 2 cm circa. Il maschio adulto presenta zampe più allungate, cheliceri neri e leggermente meno sviluppati, pedipalpi terminanti con due bulbi copulatori molto evidenti e caratteristici, a forma di aculeo di scorpione; dimensioni del corpo: 1,5 cm circa (tuttavia visto camminare lungo un muro appare pure più grande di una femmina).

Gli individui giovani hanno una colorazione più tendente al marroncino che al nero e, se non dopo la muta finale, è difficile determinarne il sesso.

PARTICOLARITA’: seppure molto rara esiste una varietà di S. florentina di colore rosso, tuttavia le informazioni in proposito sono molto scarse.

SPECIE SIMILI: in Italia sono presenti anche S. senoculata e S. bavarica, molto simili a S. florentina ma di dimensioni inferiori.

 

ALLEVAMENTO: a mio avviso in virtù del suo fascino feroce, della sua intrigante bellezza e della sorprendente longevità, questa specie in cattività può essere fonte di grandissime soddisfazioni; una volta ambientatasi non sembra soffrire minimamente neppure se posta in spazi angusti, tuttavia bisogna avere molta pazienza durante il primo periodo di allevamento, cercando di entrare in “sintonia” con il suo carattere. E’ estremamente abitudinaria e qualsiasi sconvolgimento sembra inquietarla molto; non sempre apprezza i rifugi artificiali che le vengono proposti, può rifiutarsi di costruire una nuova tana e stare per dei lunghi periodi su un semplice lenzuolo di seta (dal quale riesce comunque a cacciare). Il terrario adatto ad ospitarla dovrà essere essenziale, magari con le pareti ricoperte di catone o compensato e qualche pertugio spazioso, riparato e con doppia uscita (date pure sfogo a tutto il vostro talento architettonico). Gli adulti ben si adattano ad ogni possibile preda e, se abituati alla vostra presenza, possono uscire allo scoperto per attaccarla anche di giorno in piena luce: non dovete far altro che lasciar passeggiare la vittima nei pressi della tana… Con gli esemplari giovani ci vuole più pazienza (appena nati sono davvero minuti e dovrete alimentarli con moscerini e drosofile), tuttavia mi è capitato di vedere un individuo di pochi millimetri azzannare una tarma della farina enormemente più grande di lui e mangiarsela tranquillamente fuori dalla tana. Per quanto riguarda la frequenza con la quale somministrare il cibo valutate voi: aumenterete o rallenterete la velocità di crescita, senza particolari problemi; in inverno è possibile lasciare i ragni al freddo, in tal modo entreranno in diapausa invernale, oppure dentro casa e continuare a nutrirli, in tal modo si accelereranno i tempi di crescita. In genere non è necessario fornire acqua, tuttavia nei periodi più caldi è possibile nebulizzare leggermente in corrispondenza dell'ingresso della tana.

 

RIPRODUZIONE: l’accoppiamento non presenta particolari difficoltà tuttavia, avendo gli esemplari maschi adulti abitudini esclusivamente notturne, non mi è mai stato mai possibile osservarne caratteristiche e rituali.

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Scheda bellissima, completissima e di una scorrevolezza unica, i miei complimenti! Un paio di appuntini: per quanto riguarda la somministrazione d'acqua, Emix un paio di mesi fa mi ha suggerito di abbeverare la femmina quando protegge l'ovisacco deponendo direttamente sulla tela delle gocce d'acqua con una siringa, perché non nutrendosi rischia una disidratazione eccessiva, visti i tempi di gestazione piuttosto lunghi, e perché data la tendenza ad annegare anche nel classico tappo di minerale rovesciato è meglio non lasciarle depositi d'acqua fissi. In secondo luogo, in linea con le altre schede sui nostrani, potresti aggiungere una nota sulle altre due specie del genere presenti qui in Italia, bavarica (che ho visto in natura ma non sono riuscito a prendere) e senoculata (che ho allevato e riprodotto), più piccole ma comunque del tutto simili a S. florentina e potenzialmente anche loro di grande soddisfazione se allevate.

Ti rinnovo i complimenti e spero di mandarti le foto del mio "mostro" quanto prima.

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Complimenti per la scheda! di S.florentina ultimamente ne vedo tantissime ma quasi tutte di 2 cm mediamente , non vedo femmine adulte ormai da 20 anni quando l'unica femmina adulta che catturai mi morse (brutta sensazione ) e da allora non ne ho viste piu' .Questa scheda mi ha stregato quasi quasi comincio a dar da mangiare le segestrie che hanno dimora fuori il terrazzo di casa mia.

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Complimenti!

Da ragazzino una grossa S.florentina aveva preso casa nel piccolo bagno di sevizio nella casa dei miei genitori e sembrava che mi guardasse con aria feroce ogni volta che entravo in bagno.

E' stato il primo ragno che ho osservato con continuità e forse ha la responsabilità del mio successivo interesse per questi animali.

Nella scheda ho potuto rivivere alcune delle emozioni (sigh, lontane) di allora.

Io nebulizzavo leggermente la tela ogni giorno....sembrava non esserne disturbata (tranne entrare nel tubulo i pochi secondi della nebulizzazione...cosa che è comune a tutti gli araneidi..evitare l'acqua diretta).

Si sa che i vecchi restano legati ad abitudini incistate...Ottimo lavoro davvero L.Mactans!

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Guest L. Mactans

Grazie mille per i complimenti, sono contento vi sia piaciuta...

x Migdan: ho apportato le modifiche che mi hai suggerito, tuttavia per quanto riguarda S. bavarica/senoculata davvero non me la sento di dire altro oltre ai nomi, non le ho mai viste dal vivo e non ne so nulla... per quanto riguarda l'acqua ho scritto che si può nebulizzare nei periodi più caldi, ma non sono tanto persuaso del discorso della femmina con ovisacco, perchè tutte le femmine con ovisacco che ho avuto anno sempre conservato intatto l'appetito, e quindi il problema disidratazione non si è mai posto... che dipenda da come è conformata la tana?

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Mah, in effetti la femmina che mi è morta a giugno non ha mai mangiato, ha deposto due cocoon entrambi fertili (il primo due giorni dopo la cattura) e poi è morta stremata. Forse era molto vecchia e per questo rifiutava il cibo, si limitava ad uccidere tutto quello che le portavo senza mangiarlo, fenomeno che ho osservato identico nell'esemplare di S. senoculata, morto anche quello dopo la schiusa del suo cocoon (l'unica differenza che ho osservato tra le due specie è che gli slings rimangono molto più a lungo dentro l'ovisacco in senoculata piuttosto che in florentina, e non è improbabile che in natura si cibino della madre, cosa che il Roberts riferisce a tutto il genere e che nel mio caso ho impedito rompendo il cocoon). Non ho esperienza sufficiente, ma tua ipotesi che lega il perdurare della predazione anche dopo la deposizione delle uova alla conformazione della tela secondo me potrebbe essere valida, mi piacerebbe sentire cosa ne pensa Emix. Di certo sulla tela a lenzuolo mi sembra essere molto più aggressiva.

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Bravi tutti! Davvero ottimo!! A breve la scheda sul sito.... pazientate solo un po' che sono ancora preso sul fronte Legge sugli Aracnidi!

 

Matteo

 

PS: foto, foto, foto.... (forse qualcosa di Ema ho già, però! Mo' vedo...)

 

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ARACNOFILIA.ORG -amministratore

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Guest emix73

complimenti,ottima scheda davvero.per quanto riguarda l'acqua è mio parere che in ogni caso la gradiscano molto,visto che quando gliela propongo con la siringa ci si attaccano e bevono a più non posso.altri modi di somministrargliela mi han causato più volte decessi,riescono ad annegare in pochissima acqua.per quanto riguarda l'accoppiamento quello 'vero' che avviene in libertà non posso esservi d'aiuto non avendo mai avuto occasione di vederlo,per quanto riguarda in cattività vi posso dire che è molto violento.appena i 2 esemplari si incontrano(sempre meglio spingere la femmina verso il maschio e non viceversa visto che nel caso contrario è probabile che venga ucciso)la femmina tende subito ad attaccare il maschio,il quale se recettivo tende subito a distanziare la femmina con le 4 zampe anteriori.una volta che riesce a posizionarsi direttamente di fronte alla femmina fa leva e la inclina leggermente all'indietro e in questo momento che con un movimento fulmineo la blocca con i cheliceri nella zona appena sopra all'epigino(taluni maschi,forse in preda all'agitazione sbagliano posizione e la prendono lateralmente,provocando lacerazioni nell'addome,così è morta una delle mie femmine quest'anno),a questo punto tenendola bloccata con le 6 zampe anteriori a forma di raggiera inizia l'accoppiamento vero e proprio della durata di circa 2 minuti scarsi,dopodichè la femmina comincia ad avere delle contrazioni,fino a quando il maschio la libera e scappa velocemente,approffittando del momentaneo rimbambimento.spero di essere stato abbastanza chiaro,anche se potessi postare qualche filmatino che ho girato in questi anni sarebbe molto più semplice.comunque complimenti ancora.

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Guest emix73

ah,mi dimenticavo per la colorazione bruno-rossastra che presentano taluni esemplari.quest'ultimi in media son un filino più grandi delle normali segestrie 'nere' e sull'addome il pattern è poco visibile.questi dati li ho su una media di molte decine di esemplari.invece per la parte riguardante la tela a lenzuolo bisogna sicuramente dire che oltre che più aggressive,ovviamente perchè si sentono allo scoperto senza protezione alcuna,sono molto più reattive nella caccia di quando sono nella tela tubolare.

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La mia si crede una Tegenaria: ha tessuto il suo imbuto sotto al lenzuolo, di giorno vi si apposta sporgendo solo con le zampe anteriori, di notte si spalma serenamente sulla tela superiore. Questa non l'avevo ancora mai vista.

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Guest emix73

beh,se è per questo io un esemplare ce l'ho beccato in una tela di una tegenaria che se la faceva pure da padrona.il giorno dopo son tornato per fargli una foto,ma purtroppo aveva deciso di cambiare aria,era davvero singolare

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La bella scheda è in rete... solito posto.

Ho aggiunto le note sull'allevamento di Emix. Date un'occchiata se vi piace o se ho dimenticato/omesso qualcosa.

 

Ciao e grazie!!

 

Matteo

 

Ho trovato una foto mandatami da Ema Biggi... attendo le altre se ne avrete... [:D]

 

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Fuori tempo massimo... la foto di Ema è proprio quella che avrei voluto fare io, come ho scritto via mail a Guido e Matteo. Però forse questo particolare degli occhi e dell'iridescenza dei cheliceri potrebbe fornire un buon contributo alla scheda:

 

2015_02_09-21_14_06_84c85.jpeg

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appena ho un attimo, modifico la scheda e inserisco anche le altre foto! Ciao e grazie

 

Matteo

 

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