Bazza Posted October 29, 2021 Report Share Posted October 29, 2021 Buongiorno, Ho letto con molto interesse l'articolo sul ragno violino a cura di Matteo Gozzini, più altri video approfondimenti e articoli in giro per il web e mi è sorta una domanda: A carattere evoluzionistico e di sopravvivenza del singolo esemplare (ma anche della specie), che utilità ha un morso indolore sull'immediato? Se il "venire morsi" da un Loxosceles rufescens comporta danni nei giorni seguenti al morso, e magari fino al momento dei primi sintomi non si sapeva neanche di averlo ricevuto, mi domando come questo metodo di difesa possa effettivamente salvare la vita ad un esemplare nascosto in un vestito o in una scarpa, quando di solito l'effetto utile alla sopravvivenza è il famoso "mordi (per distrarre grazie al dolore provocato) e fuggi" nel caso di difesa. Capisco che nei confronti di un predatore più grande di loro (ma più piccolo di noi umani) il veleno avrà sicuramente un effetto più influente, ma se il morso per noi è indolore, per un potenziale quadrupede curioso potrebbe essere ancora meno doloroso avendo la pelle più resistente e questo potrebbe comunque comportare la morte del ragno; a quel punto il fatto che "l'aggressore" muoia a causa del veleno non avrebbe più importanza. spero di aver spiegato bene il mio dubbio. grazie a tutti in anticipo Link to comment Share on other sites More sharing options...
00xyz00 Posted October 29, 2021 Report Share Posted October 29, 2021 Ciao, il dubbio è chiaro. L'inghippo sta nel voler collegare il morso alla funzione difensiva in ottica evolutiva. Sebbene molti veleni animali si siano evoluti anche con queste finalità, nei ragni il veleno serve prevalentemente a immobilizzare e danneggiare i tessuti della preda. Questa è la principale spinta evolutiva, non la difesa. Si nota anche che molte specie dalle abitudini alimentari specifiche hanno sviluppato veleni specifici, mentre specie che hanno un ampio spettro di prede hanno veleni più generalisti (come le migali ad esempio). Nel caso in oggetto, è palese che il morso indolore, il veleno che agisce con diverse o molte ore di ritardo nell'uomo, e il fatto che il ragno sia cromaticamente anonimo (niente aposematismo), non possono concorrere ad allontanare o avvertire un molestatore. Non a caso diciamo sempre che Loxosceles rufescens non è aggressivo, non nel senso umano del termine ma intendendo dire che il morso è proprio l' ultima sua risorsa in caso di pericolo perché appunto non avrebbe la funzione di allontanare immediatamente il molestatore. A differenza di Zoropsis spinimana o Cheiracanthium punctorium i qual, se disturbati, passano subito alle minacce e mordono senza scrupoli, con un effetto molto doloroso per chi riceve le loro zanne. Osservando invece più da vicino la predazione di Loxosceles, si nota che il veleno citotossico ha una funzione molto incisiva in una preda di dimensione adeguata al ragno: una tisanuro o una tarma della farina iniziano presto a tremare dopo un morso e dopo un'oretta, quando la preda è morta, già appaiono aree annerite nel corpo in corrispondenza del morso. Questo avviene anche con i ragni del genere Sicarius e Hexophthalma che condividono lo stesso meccanismo citotossico nel veleno. Sono tutti ragni che infatti mordono la preda, spesso cercano di morderla in prossimità del capo, e poi aspettano che questa smetta di contorcersi e muoia prima di iniziare il pasto. Il tutto in tempi relativamente brevi. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bazza Posted October 29, 2021 Author Report Share Posted October 29, 2021 18 minuti fa, 00xyz00 ha scritto: Sebbene molti veleni animali si siano evoluti anche con queste finalità, nei ragni il veleno serve prevalentemente a immobilizzare e danneggiare i tessuti della preda. Questa è la principale spinta evolutiva, non la difesa. Effettivamente.. Vista sotto quest’ottica il meccanismo ha sicuramente un senso logico. Ti ringrazio per questa spiegazione illuminante Link to comment Share on other sites More sharing options...
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