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Come fanno i ragni a restare appesi per le filiere?


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Una domanda che mi sono posto tante volte. Prima di fare io una ricerca bibliografica provo a porre qui il quesito per vedere se qualcuno ha già trovato la risposta.

I ragni usano il filo che esce dalle filiere come "corda di sicurezza" per non cadere sul terreno se perdono l'appoggio, oppure per non essere portati via in volo da una preda forzuta, o per fare la muta appesi. Spesso la usano anche per scendere da un supporto a velocità controllata: scendono un po', poi si fermano, riprendono a scendere e così via come un alpinista. 

Il tutto senza utilizzare le zampe.

Ne deduco che nelle filiere deve essere presente un organo capace di pinzare il filo e farlo scorrere in maniera controllata.

Dato che la superficie di separazione tra il liquido contenuto dentro le ghiandole e il filo solidificato all'aria non può opporre una resistenza meccanica,  ne deduco che ci deve essere un sistema di pinzatura che agisce sul filo dopo che è uscito dalla filiera e si è solidificato.

Qualcuno ne sa qualcosa?

Nella foto un maschio di Pisaura che ha appena fatto la muta e aspetta appeso per le filiere che l'esoscheletro si indurisca.

 

2019_09_22-10_38_31_2079a.jpg

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All'interno dei dotti della seta c'è una valvola che regola il flusso che decide quando pinzare il filo e dunque interromperne la produzione. 

Ma non credo sia questa la reale motivazione. 

Piuttosto: facendo qualche tomografie si nota come intorno alle filiere (quello che non vediamo) siano presenti fasci muscolari. E' quindi plausibile dedurre che essi possano servire per stringere il dotto e quindi "pinzare" il ragno. 

Cosa ne pensi?

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Immaginavo qualcosa del genere. 

Il fatto è che per sostenere il peso del ragno, bisogna che questi sfinteri agiscano sul filo dopo che è diventato solido. E se la distanza dal materiale liquido contenuto nella ghiandola è minima, come fa il filo a diventare solito in un così piccolo spazio? Forse non è il contatto dell'aria che lo solidifica.

Forse al momento dell'uscita dalla ghiandola viene aggiunto un catalizzatore che lo solidifica all'istante. 

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Non è sicuramente il contatto con l'aria che lo solidifica. Questa valvola di cui parlo è all'interno del dotto della seta e non alla estremità. 

2019_09_23-07_31_50_8a77f.jpg

Non è l'aria che solidifica, ma una combinazione di variazione di PH (che induce l'allineamento dei legami molecolari) e delle forze di scorrimento ;)

secondo me nella zona rossa ci sono muscoli (li ho visti) che possono servire come pinza. Interessante osservazione come sempre Luigi ;)

 

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Immaginavo che tu conoscessi la risposta.

Quello che io avevo definito grossolanamente come azione di un catalizzatore tu l'hai descritta nel dettaglio come una serie di reazioni chimiche che rendono solido il filo prima che esca all'aria aperta, e quindi permettono all'ultima parte del dotto di stringerlo e frenarlo.

Dubbio risolto!!:4fuu9h1:

Sei un pozzo di scienza!:worthy:

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Sai invece che a me ne è venuto un altro... 

sarebbe stra bello (ma temo molto difficile da studiare) come varia la lunghezza del dotto dopo la valvola in funzione della massa del ragno.... Immagino che ragni più grossi abbiano bisogno di più forza muscolare 🤔

Questa sarebbe una cosa ultra bella... ma temo di aver bisogno di n-mila dati che al momento non possiedo :(

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